Il ministero dell’Economia ha annunciato due nuove tranche di Btp con scadenze a 5 e 10 anni e l’emissione di un nuovo Ccteu a 7 anni, per un controvalore offerto in asta fino a 9 miliardi di euro.
Per prenotare l’acquisto c’è tempo fino al 29 ottobre, presso gli sportelli postali o bancari, oppure ricorrendo al proprio home banking abilitato alle funzionalità di trading.
Tipologia titolo | BTP 5 Anni | BTP 10 Anni | CCTeu 7 Anni |
Vita residua | in corso di em | in corso di em | in corso di em |
Codice ISIN | IT0005611055 | IT0005607970 | da attribuire |
Tranche | 5ª | 7ª | 1ª |
Emissione | 02/09/24 | 01/08/24 | 15/10/24 |
Scadenza | 01/10/29 | 01/02/35 | 15/04/33 |
Cedola annuale | 3,00% | 3,85% | |
Tasso annualizzato | 4,16% | ||
Spread | — | — | 1,10% |
Tasso cedolare sem. | — | — | 2,11% |
Data pagamento cedola | 01/04/25 | 01/02/25 | 15/04/25 |
Importo Min. offerto (€) | 1750 | 3000 | 3000 |
Importo Max. offerto (€) | 2000 | 3500 | 3500 |
Perché inserire i Btp in portafoglio
In Btp sono un classico per i portafogli dei risparmiatori italiani, grazie anche al loro trattamento fiscale favorevole. Con una tassazione sui rendimenti al 12,5%, rispetto al 26% applicato alla maggior parte degli altri investimenti, i Btp partono infatti da una posizione di vantaggio.
Questi titoli di Stato, emessi con scadenze medio-lunghe, richiedono comunque una strategia di investimento attenta. Gli esperti suggeriscono, innanzitutto, di allineare le scadenze dei Btp con i propri obiettivi finanziari personali. Questo approccio consente di pianificare il recupero del capitale investito in concomitanza con future esigenze finanziarie, come spese familiari rilevanti o progetti di vita.
E’ importante ricordare che la vendita anticipata di un Btp, cioè prima della sua scadenza naturale, espone l’investitore alle fluttuazioni del mercato, dal momento che il prezzo di vendita potrebbe essere superiore o inferiore al capitale inizialmente investito, introducendo così un elemento di incertezza. Tuttavia, mantenere il Btp fino alla scadenza garantisce il rimborso del capitale nominale, eliminando il cosiddetto rischio di mercato.
In questo scenario, rimane il rischio di credito, ovvero la possibilità che lo Stato italiano non sia in grado di restituire il capitale. Sebbene remota, esiste la possibilità teorica di un default dello Stato emittente. Gli investitori dovrebbero quindi considerare i Btp come parte di un portafoglio diversificato, valutando attentamente il proprio profilo di rischio e consultando, se necessario, un consulente finanziario qualificato.
Cct: cosa lo distingue da un Btp e quando preferirlo
Come approfondito in questo articolo, il Cct (o meglio, Ccteu) è un titolo di Stato la cui cedola non è fissa, ma variabile a seconda dell’andamento del tasso Euribor, quello che solitamente determina anche le rate dei mutui variabili. Di conseguenza, questo titolo tende a seguire in modo più fedele il costo del denaro: questo contribuisce a contenere la volatilità del prezzo dell’obbligazione, rendendo un po’ meno rischiosa la sua eventuale vendita in anticipo sulla scadenza. Il rovescio della medaglia e che, a differenza del Btp, non è possibile fare una previsione esatta di quello che sarà il rendimento a scadenza, dal momento che dipenderà dall’andamento del tasso Euribor.