Dopo circa un anno dall’introduzione in Legge di Bilancio, si avvicina in modo definitivo il cambio dei criteri di calcolo per l’ISEE che metteranno in posizione di vantaggio i possessori di titoli di Stato come i Btp e titoli garantiti dallo Stato come i buoni fruttiferi. Lo annuncia la presidenza del Consiglio dei ministri, che ha comunicato la firma del Dpcm che modifica le modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Fino a 50.000 euro i titoli di Stato non rientreranno nel calcolo dell’ISEE, rendendo più semplice l’accesso a servizi sociali che richiedano l’attestazione della situazione patrimoniale.
Secondo i dati dell’Inps, sono già state rilasciate 1,3 milioni di attestazioni ISEE dal 1° gennaio di quest’anno: d’altro canto, il 65% delle pratiche si concentra nei primi tre mesi dell’anno, poiché molte famiglie si affrettano a garantire la continuità delle prestazioni sociali agevolate. A questo punto è importante aggiungere che chi avesse un ISEE ancora calcolato con le vecchie regole potrà ripetere l’attestazione con i nuovi parametri, ma non sarà obbligato a farlo: una disciplina transitoria, infatti, estende la validità degli ISEE già rilasciati fino alla loro naturale scadenza.
Btp people, il disegno governativo
La scelta di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE rientra nella più ampia strategia di incentivi al “piazzamento” dei Btp presso i piccoli risparmiatori italiani: infatti, destinare 50.000 euro in titoli di Stato, sottraendoli dai conti correnti o da altre forme di investimento concorrenti come i conti deposito bancari, avrà un peso per quelle famiglie che possono potenzialmente rientrare fra le beneficiarie di servizi pubblici vincolati all’ISEE. Il principio, quindi, è: se finanzi lo Stato, ci sarà un privilegio nell’accesso ai servizi pubblici rispetto a chi investe su altro, a parità di reddito/patrimonio.
Che il piano stia funzionando lo hanno mostrato anche i dati della più recente relazione Bankitalia: dal febbraio 2022 al marzo 2024 la quota di debito pubblico italiano detenuta dai residenti non finanziari (escluse quindi banche e assicurazioni) è passata dal 7,8 al 14,1%.
Le altre agevolazioni per i nuclei familiari vulnerabili
Nel “nuovo ISEE”, spiega la nota di Palazzo Chigi, sono previste altre agevolazioni per i nuclei familiari aventi tra i componenti persone con disabilità o non autosufficienti: per queste famiglie sono esclusi dal computo del reddito di ciascun componente del nucleo familiare i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità.
“Viene, inoltre, attribuita una maggiorazione, pari a 0,5, al parametro della scala di equivalenza per ogni componente (del nucleo familiare) con disabilità media, grave o non autosufficiente”, si legge nel comunicato. Ad esempio, una famiglia di 4 persone con un figlio disabile avrebbe, in base alla scala di equivalenza, un parametro base di 2,46, che aumenterebbe a 2,96 grazie alla maggiorazione di 0,5, rendendo più basso l’ISEE e ampliando la possibilità di accedere a benefici.
Il nuovo Dpcm, ha fatto sapere la presidenza del Consiglio, sarà ora “inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e la sua successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”.