Proseguono e con rendimenti sempre più allettanti le nuove emissioni di titoli di Stato italiani, fra Bot, Btp Short, Btp indicizzati all’inflazione europea (Btp€i) e Btp a medio-lungo termine.
Il punto sul mercato: rendimenti dei Btp oggi
Il rendimento effettivo del titolo decennale ha guadagnato 42,7 punti base nell’ultimo mese, portandosi a quota 4,679% nella giornata del 25 settembre, il livello più alto da inizio anno. Nel frattempo lo spread con il bund tedesco si è portato a 187,64 punti base, ai massimi dallo scorso maggio. L’aumento dei rendimenti penalizza i possessori di Btp già emessi, il cui valore diminuisce, comportando una perdita in caso di vendita anticipata rispetto alla scadenza (l’intero capitale, comunque, viene rimborsato se si mantiene il titolo fino alla scadenza). Ad esempio, il Btp valore emesso a giugno viene oggi (25 settembre) scambiato a 98,62 ossia con un ribasso del 1,38% rispetto al valore di emissione (100).
Le emissioni di titoli di Stato: cosa c’è in calendario
La tabella di marcia prevede l’avvio dell’emissione di Btp Short a due anni e Btp€i (due tranche da 5 e 18 anni di durata residua) nella giornata di martedì 26 settembre. La scadenza per la presentazione delle prenotazioni è questo lunedì – è possibile attivare la richiesta anche dall’home banking abilitato al trading, così come dagli sportelli bancari e postali. L’importo emesso, eccetto le aste supplementari, sarà fino a un massimo di 4,750 miliardi di euro.
C’è tempo fino a martedì 26 settembre, invece, per prenotare l’acquisto per la nuova emissione di Bot (Buoni ordinari del Tesoro) a 6 mesi: saranno proposti al mercato fino a 6,5 miliardi di euro per questo titolo a breve termine, particolarmente indicato per gestire la liquidità, altrimenti poco remunerata sul conto corrente. Al momento di pubblicazione il rendimento annuo dei titoli governativi a sei mesi è del 3,956%, un livello mai toccato dal 2011.
Btp e Ccteu: in arrivo tre tranche e una nuova emissione
Per gli investitori interessati a investite con orizzonte di medio e lungo termine il Tesoro prevede di emettere il 28 settembre fino a 9,5 miliardi di euro fra Btp e Ccteu. Per le prenotazioni c’è tempo fino al 27 settembre.
Innanzitutto, è in arrivo una nuova emissione di Btp a cinque anni che prevede una cedola annuale del 4,1%. Il Mef prevede di raccogliere fino a 5 miliardi (esclusa l’asta supplementare) da questo nuovo titolo.
Torna in emissione, poi la terza tranche del Btp decennale con isin IT0005560948, emesso il 1° settembre. Come sempre per l’emissione di tranche successive, il rendimento cedolare, in questo caso pari al 4,2% dovrà essere messo in relazione al prezzo di aggiudicazione in asta.
Seguono due emissioni di Ccteu, a 3 e a 7 anni: si tratta di titoli il cui rendimento è a tasso variabile, basato sull’Euribor a sei mesi cui si aggiunge un differenziale dello 0,5 e dello 0,75%, rispettivamente. Il Ccteu è una scelta relativamente vantaggiosa se si verifica un aumento dei tassi d’interesse di riferimento decisi dalla Bce: in questo particolare contesto, non appare lo scenario più probabile, dal momento che nel 2024 si attende un calo dell’inflazione, alla quale la Bce potrebbe rispondere abbassando il costo del denaro.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Quali sono le principali alternative rispetto al Btp?
Ci sono altri titoli di Stato comparabili, per diversificare di più?
Gli advisor selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
TROVA IL TUO ADVISOR
Btp, conviene comprarli in asta o sul mercato secondario?
“Il principale pro dell’acquisto in asta è l’assenza di commissioni per i Btp”, aveva dichiarato a We Wealth l’analista di Consultique Scf, Rocco Probo in un recente approfondimento, “ovviamente si tratta di un pro relativo da confrontare con le commissioni che in alternativa si pagherebbero per l’acquisto di un titolo obbligazionario paragonabile, in base alle diverse condizioni contrattuali e alla diversa operatività che interessa lo specifico investitore”. Non tutti gli intermediari, infatti applicano le stesse commissioni.
Non mancano, però, aspetti problematici per chi preferisce partecipare alle emissioni primarie dei Btp. “L’aspetto negativo dell’acquisto in asta è il non essere certi al momento della prenotazione da parte del pubblico dell’effettivo rendimento che sarà generato dall’investimento”, ha dichiarato Probo. Il prezzo di aggiudicazione, infatti, viene chiarito solo al termine dell’asta.
“Ulteriore aspetto da considerare è che le aste non avvengono tutti i giorni, quindi non sempre, nel momento in cui si struttura il portafoglio per raggiungere determinati obiettivi finanziari, si ha la possibilità di scegliere tra le due alternative”, ha concluso l’analista di Consultique sul tema, “in tale scenario, attendere la prossima asta potrebbe comportare il non mettere a reddito parte del capitale per il periodo di tempo restante fino alla prossima asta”.