- Il Taiwan capitalization weighted stock index ha guadagnato nel primo semestre dell’anno oltre il 28%
- Debach (eToro): “Fondamentale concentrarsi sui rischi, soprattutto in termini di effetti di un apprezzamento continuo del dollaro”
L’ottimismo nei confronti dell’intelligenza artificiale fa correre le Borse asiatiche, con Taiwan in cima ai listini con le migliori performance da inizio anno. Il Taiwan capitalization weighted stock index (anche noto come “Taiex”) ha guadagnato nel primo semestre oltre il 28%. Solo Taiwan semiconductor manufacturing corp, leader nella produzione di semiconduttori avanzati e punto di riferimento per l’industria, ha registrato un incremento del 63% nella prima metà dell’anno mentre la sua rivale Foxconn ha visto un balzo del 105% nello stesso periodo.
“Taiwan spera certamente in una continuità, dato che è il centro mondiale dei semiconduttori”, dichiara a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Questi sono componenti essenziali per l’elettronica avanzata, dai chip Ai agli smartphone, la cui produzione coinvolge un complesso ecosistema di aziende che progettano, producono e forniscono materiali e tecnologie”, aggiunge. Le prospettive per un proseguimento del trend sono positive anche guardando alle valutazioni, dice Debach: l’indice di Taiwan scambia su multipli P/E forward ai massimi degli ultimi anni, ma comunque inferiori a quelli degli Stati Uniti (S&P 500 e Nasdaq 100).
Asia: le Borse migliori del 2024
Al secondo posto tra le Borse asiatiche migliori del 2024 c’è il Nikkei 225, l’indice giapponese che contiene i titoli delle 225 maggiori società quotate alla Borsa di Tokyo. Come analizzato da Cnbc nel grafico sottostante, nei primi sei mesi dell’anno il listino ha guadagnato circa il 18%. Nel mese di febbraio è volato ai massimi da 34 anni a quota 39.098 (dal record di 38.915 del 29 dicembre del 1989) per poi oltrepassare la soglia psicologica di 40.000 e toccare un nuovo massimo storico di 40.888 lo scorso 22 marzo. Secondo gli analisti intercettati da Cnbc, il Giappone sembrerebbe essere il mercato favorito del futuro. C’è chi crede che il miglioramento degli standard di corporate governance continui ad avere un impatto tangibile (oltre che considerevole) sulle performance aziendali della quarta economia mondiale. Ma per Debach rimanere prudenti è consigliabile, con ingressi parziali e attenti. Il Giappone ha infatti “beneficiato del deprezzamento della sua valuta, ma potenziali interventi governativi o aggiustamenti della banca centrale potrebbero frenare il rally”.
C’è poi l’India, con il Nifty 50 salito del 10,49% nella prima metà dell’anno. “Dopo le elezioni, l’indice indiano ha recuperato le perdite, mantenendo l’interesse degli investitori nonostante le alte valutazioni”, racconta Debach. “La crescita demografica ed economica, la forza locale e la delocalizzazione dalla Cina sono driver chiave. L’India ha dimostrato capacità di tradurre la crescita del Pil in utili aziendali, differenziandosi da altri mercati regionali”, sostiene l’analista. Nonostante i rischi associati ai mercati emergenti, per Debach le prospettive per Delhi restano dunque promettenti per gli anni a venire.
Le Borse asiatiche da monitorare
La Corea del Sud beneficia intanto “di un robusto settore tecnologico e di solide esportazioni”, racconta l’analista. “La crescita delle industrie Ai e dei semiconduttori può offrire opportunità interessanti; inoltre, il mercato scambia su multipli decisamente più contenuti, sotto i 10x, e non sui massimi”, afferma Debach. Il Vietnam continua invece a crescere grazie alla delocalizzazione delle produzioni dalla Cina e a una forza lavoro giovane e dinamica. Quanto alla Cina, l’incertezza geopolitica e le politiche governative imprevedibili rappresentano rischi significativi. “Più che evitare il mercato cinese, è consigliabile assegnare il dovuto peso e non farsi prendere la mano dal crollo degli ultimi anni. Sebbene appetibili, si invita alla prudenza”, dichiara Debach.
L’alta correlazione tra i mercati asiatici
Sul versante opposto, tre Borse asiatiche sono scese in territorio negativo. L’indice Set della Thailandia è crollato dell’8% nei primi sei mesi dell’anno, mentre il Jakarta Composite dell’Indonesia ha lasciato a terra il 2,88% anche se secondo Debach il Paese “offre prospettive di crescita a lungo termine grazie a una popolazione in espansione e a un crescente mercato interno”. Nello stesso periodo, il Psi delle Filippine ha registrato una contrazione dello 0,6%. In questa fase, suggerisce l’analista di eToro, è importante considerare infine l’alta correlazione tra i vari mercati asiatici. “Piuttosto che evidenziare specifici mercati da preferire, è fondamentale concentrarsi sui rischi, soprattutto in termini di effetti di un apprezzamento continuo del dollaro”, avverte Debach. “L’elevata correlazione significa che le fluttuazioni di un mercato possono influenzare rapidamente gli altri, rendendo necessaria una strategia di diversificazione attenta”.