Kreos Capital è specializzata in prestiti a startup tecnologiche e attive nell’healthcare, per un totale superiore ai 5,2 miliardi di euro
Il valore globale degli asset gestiti da fondi di private debt è passato dai 500 milioni del 2015 ai 1.500 miliardi di dollari attuali
BlackRock potenzia la sua offerta di soluzioni di private debt acquisendo la britannica Kreos Capital, una mossa che si inserisce in un trend di crescente interesse delle società d’investimento per questa asset class alternativa. Nata nel 1998, Kreos Capital è specializzata in prestiti a startup tecnologiche e attive nell’healthcare, per un totale superiore ai 5,2 miliardi di euro oltre 750 transazioni in 19 Paesi. Il costo dell’acquisizione non è stato reso noto.
BlackRock, il cui business nel credito privato vale 45 miliardi di dollari, intende rafforzare con l’ingresso di Kreos la sua posizione “come asset manager del credito a livello mondiale” con “l’ambizione di fornire ai clienti una gamma diversificata di prodotti e soluzioni d’investimento nel mercato privato”.
“Gli investimenti nel debito privato sono diventati una componente sempre più importante dei portafogli degli investitori. La recente Global Private Market Survey di BlackRock ha rilevato che più della metà degli intervistati prevede di aumentare le proprie partecipazioni nel credito privato nel 2023”, ha dichiarato Stephan Caron, capo del debito privato di BlackRock per l’area Emea, “le attuali dinamiche di mercato hanno reso il credito privato una classe di attività interessante, in quanto gli investitori si concentrano sulla generazione di reddito, sulla bassa volatilità, sulla diversificazione del portafoglio e sui bassi livelli di default rispetto ai mercati pubblici.”
Private debt, una nicchia in crescita degli investimenti alternativi
Le società attive nel private debt raccolgono fondi dagli investitori, tipicamente istituzionali o grandi patrimoni privati, per effettuare credito verso le aziende non quotate – anziché acquisire le loro azioni. Per le imprese è una fonte di finanziamento alternativa al canale bancario, che non interferisce con le scelte aziendali al contrario dell’entrata nel capitale tipica del private equity.
Per le società d’investimento il private debt è una nicchia che offre commissioni e dunque margini di guadagno relativamente elevati: secondo fonti raggiunte da Bloomberg in un recente approfondimento sul settore, le fee di gestione si aggirano fra l’1 e l’1,5%, cui si può aggiungere una commissione di performance intorno al 15% sui rendimenti che superino una certa soglia. In Italia non è raro imbattersi in costi un po’ più alti per i pochi prodotti specializzati in debito privato.
Con la stretta regolatoria successiva alla crisi del 2008 per il mondo bancario il perimetro dei prestiti ad alto rischio si è spostato in favore del private debt, il cui valore globale è passato da asset gestiti per 500 milioni, nel 2015, ai 1.500 miliardi di dollari attuali. Secondo le previsioni di Preqin, questo mercato varrà 1.800 miliardi entro il 2025 – una stima rivista al ribasso dai precedenti 2mila miliardi, dovuta al rallentamento del fundraising degli ultimi mesi. Nel primo trimestre del 2023 il private debt ha raccolto 31,9 miliardi di dollari da 33 fondi, il 10% in meno rispetto all’anno precedente.
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La crescita del private debt nell’agenda dei gestori
Nonostante questo clima di maggiore cautela, dovuto alla possibilità che il rallentamento economico innalzi in modo problematico il numero delle insolvenze (e quindi delle potenziali perdite per i creditori privati) diversi asset manager hanno potenziato la propria offerta in questo segmento. A inizio maggio, Pgim ha firmato l’accordo per acquisire una quota di controllo in Deerpath Capital Management, un gestore di crediti privati e prestiti diretti statunitense, focalizzato principalmente sul finanziamento di società sponsorizzate da private equity con oltre 5 miliardi di asset in gestione. Fra gli altri asset manager, Fidelity Investments ha lanciato un Private Credit Fund lo scorso gennaio, mentre Dws e T Rowe Price sono fra gli altri nomi più attivi nel potenziamento della propria offerta in questa nicchia di mercato.