Il Bitcoin, che dal 23 giugno al 16 agosto era rimasto relativamente stabile fra i 29 e i 30mila dollari è piombato a un minimo di 25,392.05 nella notte fra giovedì e venerdì. Intorno a mezzogiorno del 18 agosto il calo complessivo del Bitcoin è superiore al 7%.
Il sospetto è che ad aver contribuito al brusco aggiustamento sia stata la notizia, riportata dal Wall Street Journal, sulla possibile vendita di Bitcoin da parte di SpaceX. La società spaziale fondata da Elon Musk ha svalutato per 373 milioni di dollari il valore iscritto a bilancio della criptovaluta, fra 2021 e 2022. La svalutazione dei Bitcoin in portafoglio, ha scritto il Wsj, è avvenuta lo scorso anno, ma non esiste una prova del fatto che una vendita sia effettivamente avvenuta. La riduzione del valore contabile dell’attività potrebbe essere stata motivata dalla riduzione del valore di mercato del Bitcoin, senza che ciò implichi una vendita. SpaceX non ha confermato né smentito un’eventuale vendita di Bitcoin.
Nel 2022 Tesla, un’altra società guidata da Musk che aveva diversificato la sua disponibilità di cassa puntando sul Bitcoin, aveva comunicato la vendita del 75% della sua esposizione, allora valutata complessivamente 1,5 miliardi di dollari. L’ipotesi che l’ultima oscillazione del Bitcoin sia collegata a SpaceX sembrerebbe giustificata dall’influenza che le mosse di Elon Musk hanno sempre avuto sull’andamento del Bitcoin in passato – ad esempio, quando venne riconosciuta per un paio di mesi la possibilità di acquistare le vetture Tesla nella criptovaluta di Satoshi Nakamoto. Non tutti, però, sembrano convinti che Musk sia il “responsabile” di quest’ultimo crollo.
I timori dalla Cina
Il momento dello scivolone, uno dei più repentini degli ultimi mesi, infatti, sarebbe coinciso più precisamente con l’uscita di un’altra notizia, quella della bancarotta del costruttore edilizio cinese Evergrande. La crisi di questa società su cui l’attenzione degli investitori si è concentrata per mesi l’anno scorso non rappresenta una novità, ma l’economia cinese è stata ultimamente attraversata da altre crisi che hanno gettato nuove ombre sulle prospettive di crescita del Paese. “Da un lato abbiamo un mercato crypto che già da diversi giorni era in difficoltà, e dall’altro abbiamo il panico scatenatosi ieri sera per i timori di un contagio del fallimento Evergrande in Cina”, ha commentato su Twitter (ora nota come X) il noto divulgatore crypto Marco Cavicchioli, “questo calo è generato da diverse cause, ma c’è in particolare un problema di fondo che è stato alla base del crollo di questa notte: il cattivo stato di salute dell’economia cinese”.
La partita degli Etf crypto negli Stati Uniti
Nel frattempo, è attesa l’approvazione della Securities and exchange commission americana per i primi Etf basati su future di Ether, ha riportato Bloomberg. Fra i gestori che avevano registrato una richiesta per questo prodotto figurano Volatility Shares, Bitwise, VanEck, Roundhill, ProShares e Grayscale. Per il momento, la notizia di un probabile via libera non ha avuto grandi effetti sul mercato crypto. Gli Etf basati su future di Bitcoin, infatti, sono stati introdotti nell’ottobre 2021. Aggiungere un prodotto simile, ma basato sul Ether non sembra fare una grande differenza. L’attenzione degli operatori, invece, si sta concentrando adesso sul responso della Sec sulle nuove richieste di approvazione su Etf basati su Bitcoin “fisico”: un fondo che investirebbe direttamente in criptovalute e non in derivati che ne replicano il valore. In passato la Sec si era sempre opposta a questo genere di richieste, anche se adesso a presentare la domanda è il maggior gestore di asset globale, BlackRock.
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