La Bce ha aperto, dopo la sospensione degli ultimi mesi, alla ripresa della distribuzione dei dividendi da parte degli istituti bancari europei ma raccomandando massima prudenza
Secondo Nicolò Nunziata, strategist di Marzotto Sim, le banche europee sotto il profilo della leva finanziaria e dei requisiti patrimoniali hanno fatto marcati passi avanti negli ultimi dieci anni
Tassi bassi, fiducia degli investitori, rotazione di portafoglio e ripresa della distribuzione dei dividendi sono i quattro fattori che assicurano, salvi imprevisti, un corso al rialzo dei titoli bancari per l’anno prossimo
Il sistema è solido e le banche hanno imparato la lezione
La palla ora passa alle banche, combattute tra il trade-off di recuperare la fiducia dei propri azionisti o consolidare la propria situazione patrimoniale. Secondo Nicolò Nunziata, analista presso Marzotto Sim, al netto di questo dilemma c’è una certezza: gli istituti bancari sono più giudiziosi e attenti ai requisiti patrimoniali di quanto non lo fossero dieci anni fa. “Quello che è successo nel 2008, che si è poi acuito con la crisi dell’euro, ha messo a nudo tutte le criticità del sistema precedente a leva finanziaria molto maggiore e requisiti patrimoniali molto più deboli” asserisce Nunziata che spiega che inoltre anche sul lato del mercato secondario delle sofferenze bancarie non c’è da preoccuparsi per via del forte sostegno di liquidità garantito agli stati. Ad ogni modo, secondo l’analista, è giusto che la bce presti la massima attenzione, tanto più che il quadro di riferimento è incerto, e che vi è in atto un importante processo di consolidamento bancario. “Infine le banche francesi sono in pole position nella ripresa della distribuzione dei dividendi, per via di una maggiore solidità, al contrario invece delle banche tedesche che devono essere più prudenti. In Italia la prima sarà Intesa San Paolo, seguita da altre banche di statura minore”
La fiducia degli investitori è il vero driver
Per quanto riguarda invece i mercati, secondo Nunziata, anche qualora i limiti dovessero essere prolungati, non ci sarebbe un’ondata di pessimismo sui titoli bancari. Come d’altronde non c’è stato finora, nonostante il divieto alla distribuzione. Il motivo sono quattro e sono semplici. Primo: “Il driver principale è il ritorno apparente della fiducia degli investitori circa i titoli bancari, sottopesati, giustamente, negli ultimi anni per le criticità proprie delle banche” spiega Nunziata che evidenzia che proprio in virtù di questo la questione dei dividendi è passata e passerà in secondo piano. “Gli investitori sono consapevoli che la mancata distribuzione dei dividendi è una questione di trimestri. La minore appetibilità da dividendo potrebbe essere compensata da una maggiore appetibilità patrimoniale”.
Prevarrà la rotazione o la disintermediazione?
Infine in ottica prospettica, al netto di imprevisti, l’andamento dei titoli sarà al rialzo per via anche di un contesto favorevole. “Le valutazioni azionarie sono consone con i livelli dei tassi attuali. Inoltre con la normalizzazione dell’economia, e alla luce della relativa rotazione di portafoglio, è difficile pensare ad ulteriori rialzi degli indici senza il settore finanziario” afferma Nunziata che spiega che un’ulteriore spinta potrebbe essere data proprio dalla ripresa della distribuzione dei dividendi. Se poi infine questo andamento perdurerà è difficile a dirlo. Se è vero infatti che al netto delle condizioni di mercato ci sono sempre titoli sopravalutati e titoli sottovalutati, dove si collocano in questa dicotomia i titoli bancari? “Se guardiamo i multipli sul patrimonio e sugli utili le banche sembrerebbero sottovalutate. Dall’altra parte è difficile pensare a un percorso di crescita virtuoso nei prossimi anni alla luce della disintermediazione legata alle nuove tecnologie” conclude Nunziata che precisa che comunque si sta trovando un equilibrio in termini di costi, ricavi e prodotti offerti.