Fabrizio Balassone, capo servizio struttura economico, traccia i punti il bilancio di quello che il governo ha fatto per le imprese e la strada che c’è ancora da fare
Si chiede di snellire i processi per ottenere i presti dalle banche, e maggiori aiuti al settore se si vuole evitare la catastrofe economica
Venendo alla rapidità dell’erogazione dei prestiti, tema fondamentale per le imprese, Balassone ha invitato a “individuare un equilibrio tra due opposte esigenze, quella di far affluire le risorse con rapidità alle imprese che ne hanno bisogno, e quella di tutelare lo Stato, evitando che le garanzie vadano a coprire prestiti a elevatissimo rischio di non essere onorati”. Per attenuare il problema, Bankitalia suggerisce come “si potrebbe fare leva su una maggiore responsabilizzazione del potenziale prenditore, utilizzando l’autocertificazione per attestare la sussistenza dei requisiti per l’accesso al finanziamento che allo stesso tempo arginerebbe il rischio legale per la banca”. Ma qualora si volesse privilegiare al massimo la rapidità, “si dovrebbe stabilire esplicitamente che la valutazione del merito di credito è assolta con la sola verifica formale della sussistenza dei requisiti previsti dal decreto. Questo intervento ridurrebbe ulteriormente i tempi della prima fase. Di contro, potrebbe però consentire l’accesso al finanziamento a un numero più elevato di imprese non meritevoli, con potenziale aggravio degli oneri per le finanze pubbliche”. Inoltre, ad eccezione dei finanziamenti di importo più modesto, Bankitalia propone “vincoli di destinazione dei finanziamenti e l’obbligo di far confluire le somme erogate e le relative movimentazioni su conti dedicati per consentire la tracciabilità dei flussi (oltre a) prevedere autocertificazioni anche in deroga alle disposizioni del Codice Antimafia”. Da aggiungere, sottolinea Bankitalia “possibili severe sanzioni penali in caso di falsità”, e l’obbligo per la Sace di “comunicare all’Unità di informazione finanziaria (Uif) i nominativi dei beneficiari dei prestiti coperti dalle garanzie, in maniera da favorire l’individuazione di eventuali operazioni rilevanti a fini di prevenzione del riciclaggio”. È una scelta politica quella di trovare un equilibrio tra il “raggiungere la più alta platea nei tempi più brevi” e il “rischio di appesantire molto i conti dello Stato e avere effetti non desiderabili”, ha sottolineato Bankitalia.
A tutto questo si aggiunge anche come le sospensioni per i mesi di aprile e maggio dei versamenti Iva, delle ritenute Irpef e dei contributi sociali “sono utili per consentire alle imprese di affrontare le difficoltà di una fase di emergenza. Ma se la crisi si “prolungherà potrà essere necessario distribuire il recupero delle somme non versate su un arco temporale più ampio”.