I banchieri fiorentini
(Prosegue da qui). Ma per comprendere ancora meglio il ruolo di un’oculata gestione del denaro per consolidare il potere, facciamo un salto di oltre mille anni, per giungere alle soglie del basso Medioevo. Proprio i banchieri fiorentini, in particolare la famiglia De Medici che si era fatta strada grazie ad un finanziere, il capostipite Giovanni di Bicci, semplicemente noto come Bicci, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’innovazione finanziaria.
La leggenda dei Medici
I Medici introdussero su larga scala l’uso dei conti correnti, delle lettere di cambio e dei certificati di credito. Amministrarono il debito pubblico della città ed emisero prestiti ai contadini per bonificare le campagne e migliorare le loro condizioni di vita. Crearono una rete di filiali in gran parte d’Europa, dalle Fiandre passando per Lione, Ginevra e Milano, che consentiva loro di esercitare una grande influenza sul mercato. Inoltre, introdussero il Fiorino d’oro, che divenne una delle monete più importanti e influenti dell’epoca, proprio come lo è il Dollaro Statunitense ai tempi moderni. In particolare, Lorenzo de Medici, detto il Magnifico, utilizzò una parte consistente dei proventi di queste attività per collezionare le opere ed attirare sotto la sua ala protettiva alcuni tra i più grandi artisti della storia dell’umanità: Michelangelo, Leonardo Donatello, Raffaello, Botticelli, Filippo Lippi e moltissimi altri.
Le monete di Firenze erano caratterizzate da un altissimo livello di qualità e precisione, oltre ad essere molto belle diventando ben presto un punto di riferimento per le altre nazioni europee. Ma in questa carrellata di personaggi straordinari, una menzione particolare la merita senz’altro Jacob Fugger, il banchiere considerato l’uomo più ricco di tutti i tempi, altro che Elon Musk o Jeff Bezos. Il tedesco Jacob, nato ad Augsburg, in Baviera, e formatosi a Venezia, divenne il banchiere di Papa Giulio II e anche grazie alla sua lungimirante amministrazione, godiamo oggi dei capolavori della Cappella Sistina e delle Stanze Vaticane, nonché di una serie infinita di opere pubbliche, tra cui il primo quartiere di case popolari fatto edificare per i poveri della sua città natale ed ancor oggi attivo a distanza di 500 anni.
Verso la nascita della figura del banchiere moderno
Con la scoperta del nuovo mondo giunsero in Europa immense quantità di oro e argento che diedero ancor maggior potere e risalto a chi maneggiava il denaro. In questo periodo, i banchieri olandesi hanno avuto un’influenza considerevole, in particolare con lo sviluppo del mercato delle Indie Orientali e l’emergere di strategie d’investimento innovative come le azioni al portatore. Proprio a Bruges ai primi del ‘500, allora parte delle Fiandre, si svolsero i primi scambi azionari della storia sotto le arcate del palazzo di una ricca famiglia di banchieri, i Van der Bourse, il cui stemma era rappresentato appunto da tre borse incrociate e dal cui nome si fa derivare la denominazione Borsa Valori.
Allo stesso modo, i banchieri inglesi hanno contribuito alla crescita economica mondiale attraverso la fondazione e l’operatività della Banca d’Inghilterra, il primo istituto di credito centrale al mondo fondato nel 1694. La Banca d’Inghilterra ha svolto un ruolo chiave nel finanziamento delle conquiste coloniali Britanniche e nello sviluppo delle attività commerciali dagli Stati Uniti alle Indie. Inoltre, è stata responsabile dell’emissione di banconote in moltissimi paesi sotto l’egida della Corona Inglese influenzando gran parte del sistema monetario internazionale nei secoli a venire. Grazie a questa istituzione, i banchieri inglesi sono riusciti a consolidare il loro potere finanziario ponendo le basi per la nascita di Wall Street.
Il Nuovo Mondo e la nascita di un sistema finanziario articolato
Il Nuovo Mondo vide il sorgere di un sistema finanziario molto più articolato, con l’emergere di banchieri e istituzioni finanziarie negli Stati Uniti fino alla ratifica degli accordi di Bretton Woods alla fine della Seconda guerra mondiale. Questi banchieri hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo economico globale, offrendo servizi finanziari sempre più sofisticati ai privati ed all’industria. Le banche divennero un’importante fonte di finanziamento per il mercato emergente, aprendo la strada a un sistema bancario in rapida crescita. I banchieri americani ebbero un impatto significativo sulla creazione della Federal Reserve, il sistema di banche centrali degli Stati Uniti.
Nasce la leggenda di JP Morgan
Questa generazione di finanzieri è però tristemente ricordata nell’immaginario collettivo come quella responsabile del crack del ‘29 per eccesso di avidità ed egoismo; invece, si tratta di una semplificazione per giustificare quello che fu un evento imponderabile coi mezzi e le conoscenze di allora e ahinoi non ultimo nella storia dei mercati. Anzi proprio in quel gruppo di finanzieri ce ne fu uno dotato di una sensibilità molto spiccata che nel corso della sua vita riunì capolavori della storia dell’arte ancora oggi fruibili grazie alla sua eredità e lungimiranza. Stiamo parlando di una delle più importanti collezioni private negli Usa e nel mondo appartenuta alla dinastia di banchieri iniziata da John Pierpont, meglio conosciuto come JP, Morgan, ospitata nell’edificio da lui appositamente costruito nel 1902 per custodirla e proteggerla.
Il palazzo nel pieno centro di New York venne convertito dal figlio, J.P. Morgan Jr, in un’istituzione pubblica nel 1924. Oggi ospita un patrimonio di manoscritti rari, stampe e libri tra i più preziosi del mondo. Un’altra parte consistente della collezione fu comprata dal Metropolitan Museum of Art che acquisì in quell’occasione circa 6.000 oggetti ed opere d’arte, mentre altre furono destinate al Wadsworth Athenaeum di Hartford, la città nativa di J.P. Morgan costituendo ancor oggi il fulcro del patrimonio artistico Europeo in terra Statunitense. Oltre al patrimonio librario e manoscritto, la collezione originaria di J.P. Morgan comprendeva dipinti, principalmente di scuola rinascimentale italiana e nordica, e oggetti archeologici Greco-Romani fino a reperti dell’800.
Una pregiata collezione d’arte
Ancora visibili nello “Studio” di JP, ci sono i dipinti del Perugino, di Cima da Conegliano, Tintoretto, alcune maioliche di Giorgio Andreoli da Gubbio, e i rilievi rinascimentali in marmo di Donatello e Desiderio da Settignano. Sempre da quel gruppo di banchieri nacque l’idea di stampare quelle che ancor oggi sono le più alte banconote in valore nominale mai emesse da una banca centrale. L’intenzione era quella di dare agli americani stremati da 5 anni di fallimenti e depressione economica, gli strumenti per la ripresa tornando ad investire con denaro che si poteva toccare con mano, e nel 1934 si passò dalle idee ai fatti. Stiamo parlando della messa circolazione dei tagli da $500, $1.000, $5.000, $10.000 e addirittura 100.000 Dollari!
Pochi americani possono vantarsi di aver visto banconote di valore superiore ai 100 dollari, ma pochissimi hanno avuto molta più fortuna. Secondo Bank of America, infatti, restano ancora in circolazione poco più di 300 tagli da 10.000 dollari introdotti tra il 1934 e negli anni successivi fino alla loro definitiva sospensione nel 1969 ormai alle porte della fine degli accordi di Bretton Woods che avrebbero incoronato il dollaro come valuta di riserva mondiale e per gli scambi in materie prime. Ma nonostante la loro soppressione quelli in circolazione mantengono tuttora valore legale sebbene siano scambiati tra i collezionisti per centinaia di migliaia di dollari anziché spesi nei commerci. È proprio il caso di dire che pidocchi fan pidocchi ma soldi sonanti fanno da sempre soldi sonanti…