- Il consensus si è spostato sempre più da stime fosche, ovvero una recessione che si sarebbe dovuta verificare nella seconda parte del 2023, a uno scenario di soft landing
- Secondo Allianz gi, il primo taglio della Fed dovrebbe arrivare a settembre, cui si aggiungerebbe un secondo a dicembre per un totale di 50 basis point
- Maxia: “Rimaniamo neutrali ma con un atteggiamento costruttivo sulle obbligazioni societarie. Preferiamo il segmento investment grade a quello high yield”
Attualmente ci troviamo nel mezzo di quello che Enzo Corsello, country head Italy di Allianz global investors intervenuto in occasione della conferenza stampa di presentazione del Mid year market outlook 2024 della società, definisce come “un processo di ribilanciamento”. Dopo lo shock subito dall’economia mondiale nel 2020, accompagnato da stimoli fiscali e monetari senza precedenti, una serie di squilibri non si sono ancora del tutto riassorbiti. Ma rispetto a quello che poteva essere l’esito più naturale di un processo disordinato di gestione delle dinamiche post-covid, l’economia mondiale e quella statunitense nello specifico hanno mostrato segnali di tenuta, se non addirittura di accelerazione.
Il consensus si è spostato sempre più da stime fosche, ovvero una recessione che si sarebbe dovuta verificare nella seconda parte del 2023, a uno scenario di soft landing. In altre parole, una leggera decelerazione della crescita economica che non si trasforma in recessione. Il Macro breadth growth index, un indicatore proprietario di Allianz gi che misura i dati macroeconomici di tutto il mondo, è peggiorato per la prima volta in sei mesi. Si evidenzia appunto un lieve rallentamento della crescita economica “da una situazione di forza e resilienza per certi versi sorprendente”, racconta Corsello. “A ciò corrisponde in questo momento un leggero aumento delle pressioni inflazionistiche a livello core, più marcato al di fuori degli Usa. Per cui, pur in presenza di un sentiero di crescita che dovrebbe incoraggiare le banche centrali a diminuire la pressione rappresentata dai tassi, ci troviamo con un’inflazione core che non permette quell’aggiustamento dei tassi con la velocità che sarebbe legittimo tenere”, osserva il country head.
Fed: quando inizierà a tagliare i tassi?
“È così che matura una scenario di tassi forward su livelli molto più prudenti rispetto a quelli che il mercato aveva incorporato a inizio anno”, continua Corsello. A gennaio si prezzavano infatti sette ribassi dei tassi da parte della Federal Reserve. Secondo Allianz gi, il primo taglio dovrebbe arrivare in realtà a settembre, cui si aggiungerebbe un secondo a dicembre per un totale di 50 basis point. La Banca centrale europea, che ha intanto intrapreso un percorso di allentamento della politica monetaria per la prima volta prima della Fed, secondo l’asset manager è destinata a un altro paio di alleggerimenti da qui a fine anno. Anche la Bank of England dovrebbe aggiungersi al novero delle banche centrali che adotteranno una politica monetaria espansiva.
Tassi alti più a lungo: gli effetti sui mercati
Secondo Massimiliano Maxia, senior fixed income product specialist di Allianz gi, le aspettative sulle mosse delle banche centrali continuamente disattese hanno condizionato la performance di quasi tutti i settori del mercato obbligazionario. L’unico a esserne uscito illeso è il mercato monetario “che ha consegnato fino a oggi e continuerà a consegnare una performance sicuramente di valore”, afferma Maxia. “Prima che le politiche monetarie diventino più accomodanti, ci sono secondo noi le condizioni per investire a rendimenti interessanti sul mercato obbligazionario, sia sulla componente governativa che sulle obbligazioni societarie”, aggiunge l’esperto.
Come investire sui bond nel 2° semestre
Secondo Allianz gi i titoli sovrani globali sono supportati da dati più moderati sull’economia statunitense e da aspettative inflazionistiche favorevoli. “Siamo fondamentalmente costruttivi sui titoli governativi dell’Eurozona, ma attendiamo ulteriori segnali dalla Bce. Il momentum è negativo per la maggior parte dei mercati, soprattutto per i titoli giapponesi, che nei prossimi trimestri potrebbero indebolirsi”, chiosa Maxia. “Rimaniamo tutto sommato neutrali ma con un atteggiamento costruttivo sulle obbligazioni societarie. Preferiamo il segmento investment grade a quello high yield, soprattutto in Europa, proprio perché essendoci rendimento un po’ ovunque non è necessario abbassare troppo il livello di rating medio del portafoglio per avere rendimenti interessanti”.
Perché investire sulle small cap europee
Sul fronte dell’equity, Corsello afferma come la Cina – agli attuali livelli di valutazione – rappresenti un’area interessante da monitorare. In generale, i mercati emergenti “vanno considerati come un bonus in portafoglio, che deve avere un’articolazione in primis su mercati più grossi e di area occidentale”, dice il country head. “In Europa ci stiamo focalizzando anche sulle small cap che si distinguono per l’elevata qualità dei bilanci”, aggiunge. L’asset manager guarda con favore agli abilitatori dell’intelligenza artificiale (come data center e fornitori di servizi cloud) e della transizione energetica. Nel mirino anche Giappone, che beneficia di una corporate governance in miglioramento, e Regno Unito, la cui situazione politica viene definita favorevole.
L’outlook sulle materie prime
L’outlook sulle materie prime resta complessivamente positivo. “Abbiamo rafforzato la nostra posizione favorevole, già consistente, sull’oro a seguito di fattori di lungo termine positivi”, fa sapere la società. Avvertendo che le attuali tensioni geopolitiche potrebbero contribuire a una maggiore volatilità dei metalli preziosi. “Riteniamo che combinare azioni e obbligazioni in un portafoglio multi-asset sia la chiave”, conclude Corsello. “Un approccio che va accompagnato da asset reali, come materie prime e titoli legati all’industria estrattive. E infine ci sono i private market, che potrebbero contribuire a offrire quel livello di protezione necessario per affrontare un mercato più complicato”.