Videogame: un mercato da 1,7 miliardi. Occhio agli incentivi

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Nel 2020 il mercato globale dei videogiochi ha sfiorato i 135,8 miliardi di dollari. Per l’Italia si parla di 1,7 miliardi. Ma cosa accadrà nei prossimi quattro anni? Intanto, arriva in Gazzetta ufficiale il “First playable fund”: ecco le imprese che potranno beneficiarne

L’industria dell’intrattenimento potrebbe registrare una crescita annua del +10,2% a livello mondiale entro il 2025, con l’Italia pronta a superare la media (+10,6%)

Andrea Laurenza: “Le organizzazioni dovrebbero iniziare a considerare la possibilità che i cambiamenti nei modelli di consumo possano diventare permanenti”

Il “First playable fund” è volto a sostenere le imprese che intendano realizzare prototipi di videogiochi destinati alla distribuzione commerciale

Stando agli ultimi dati raccolti nello studio Digital consumer trends di Deloitte, nel 2020 il mercato globale dei videogiochi ha toccato i 135,8 miliardi di dollari. Ed è solo l’inizio. Entro il 2025 l’industria potrebbe registrare una crescita annua del +10,2% a livello mondiale, con l’Italia pronta a superare la media (+10,6%) partendo da un giro d’affari di circa 1,7 miliardi di dollari. Un contesto in cui, secondo gli esperti, l’industria dell’intrattenimento dovrà reinventarsi, capitalizzando le “variazioni avvenute e ancora in atto”.
Secondo Andrea Laurenza, head of Deloitte Digital North & South Europe, infatti, nell’ultimo anno i videogiochi, soprattutto da mobile, “non solo hanno fornito un mezzo di intrattenimento importante e alternativo, ma hanno anche risposto all’esigenza di connessione sociale”. Inoltre, aggiunge, “dato il maggior tempo trascorso a casa per le limitazioni imposte, le famiglie potrebbero decidere di investire maggiormente nel sistema di intrattenimento domestico”, motivo per cui, “quando la pandemia sarà finalmente sconfitta, il new normal sarà probabilmente lontano dal modello pre-lockdown e le organizzazioni dovrebbero iniziare a considerare la possibilità che i cambiamenti nei modelli di consumo possano diventare permanenti”. “Più a lungo saranno imposte le restrizioni, infatti, più i nuovi comportamenti e abitudini degli utenti potrebbero diventare duraturi”, conclude, sottolineando come l’industria dell’intrattenimento “dovrà reagire prontamente e capitalizzare le variazioni avvenute e ancora in atto”.

Arriva il fondo per l’intrattenimento digitale

È in questo contesto che si inserisce il “First playable fund”, un fondo istituito dal ministero dello Sviluppo economico con l’obiettivo di supportare lo sviluppo dell’industria dell’intrattenimento digitale tramite la concessione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese tricolori che intendono realizzare, attraverso lo sviluppo delle fasi di concezione e pre-produzione, un prototipo di videogioco destinato alla distribuzione commerciale. Dalla dotazione iniziale di quattro milioni di euro, si rivolge in particolare alle aziende che, al momento della presentazione della domanda, svolgono principalmente l’attività economica di “edizione software” o “produzione software, consulenza informatica e attività connesse”, hanno sede legale nello spazio economico europeo e sono soggette a tassazione in Italia (per effetto della loro residenza fiscale).

Inoltre, devono riportare “un capitale sociale minimo interamente versato e un patrimonio netto non inferiori a 10mila euro”, precisa il Mise, devono essere regolarmente iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente, essere “nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria e non sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie”. Per di più, qualora operassero anche in settori diversi o “esercitassero altre attività escluse dal campo di applicazione del regolamento de minimis”, tali imprese devono garantire che “le predette attività esercitate nei settori esclusi non beneficiano di aiuti concessi a norma del regolamento dei minimi”. Infine, devono aver restituito eventuali somme dovute in caso di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Mise stesso e non essere destinatarie di una sanzione interdittiva (di cui all’articolo 9, comma 2, lettera d, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modificazioni e integrazioni).

Quali progetti possono accedere alle agevolazioni?

I progetti ammissibili alle agevolazioni, come anticipato, devono essere volti alla realizzazione di un prototipo di videogioco volto alla distribuzione commerciale, riportare una sede operativa situata in Italia, oltre a spese e costi ammissibili non inferiori ai 20mila euro. Infine, conclude il Mise, devono essere stati avviati in un momento successivo alla presentazione della domanda (tenendo conto della data del primo titolo di spesa o costo ammissibile alle agevolazioni) ed essere conclusi entro 18 mesi dalla data di concessione delle agevolazioni (tenendo conto, in questo caso, della data dell’ultimo titolo di spesa o costo ammissibile). Conseguentemente, le agevolazioni saranno concesse sotto forma di contributi a fondo perduto, che copriranno il 50% delle spese e dei costi ammissibili nell’importo massimo di 200mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

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