Imprese: dal 2022 la parità di genere andrà “certificata”

Il sistema nazionale di certificazione della parità di genere potrà contare su un “tesoretto” da 10 milioni di euro (sui 19,8 miliardi dell’intera missione 5 del Pnrr)
Verso l’istituzione di un Tavolo sulla certificazione di genere delle imprese presso il Dipartimento per le pari opportunità, che ne definirà le linee guida
Claudia Segre: “Sono certa che farà da acceleratore per l’allineamento a nuove norme che dovrebbero anche essere affiancate da multe o sanzioni efficaci”
Le imprese “in coda” per la certificazione
Al momento, spiega, sono 16 le società italiane inserite nell'indice di Bloomberg sulla parità di genere: A2A, Acea, Enel, FinecoBank, Hera, Intesa Sanpaolo, Iren, Leonardo, Mediobanca, Nexi, Poste Italiane, Snam, Stmicroelectronics, Terna, Tim e Unicredit. Ma anche “alcune aziende del settore della grande distribuzione e sedi multinazionali straniere hanno già dato un ottimo esempio in questo senso da anni”, aggiunge l'esperta. “Sono certa che per un Paese come il nostro, connotato da piccole e medie imprese, una certificazione farà da acceleratore per l'allineamento a nuove norme che dovrebbero anche essere affiancate da multe o sanzioni efficaci e quindi anche le pmi non perderanno l'opportunità per dare enfasi a quella S come sociale, dei criteri esg di sostenibilità, che potrebbe portargli un riconoscimento reputazionale e permettere all'Italia di recuperare terreno sul riconoscimento della parità di genere su più aspetti, da quella salariale a quella dei percorsi di carriera”.
