Aifi ha costituito un tavolo di lavoro interno che seguirà l’evoluzione del comparto degli investimenti in infrastrutture, a livello italiano e internazionale
I dati di mercato sul private capital danno segnali positivi ma serve una spinta del soggetto pubblico nell’attività di raccolta
“Abbiamo davanti a noi ancora molte sfide da affrontare: a settembre scadranno i termini legati all’implementazione della nuova normativa sulla crisi d’impresa e dobbiamo fin d’ora iniziare a pensare di posticiparla affinché le aziende, che sono ora in tensione finanziaria, possano trovare un ambito di ripresa e rilancio e non finire invece in procedure concorsuali irreversibili”. Lo ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, a margine della riunione del consiglio direttivo dell’associazione che ha esaminato i dati annuali sul mercato del venture capital e del private debt.
Dati che evidenziano segnali positivi provenienti dal mercato private capital, ma che necessitano di una spinta da parte del soggetto pubblico nell’attività di raccolta. Secondo l’Aifi, infatti, mai come in questo periodo serve uno strumento che possa dare supporto economico alle Pmi e ai fondi che lavorano per spingere l’economia reale. In questo scenario, alcune imprese supereranno questa fase pandemica, mentre altre andranno supportate e rilanciate. E il private capital si posiziona come un attore fondamentale e strategico per selezionare le imprese con potenzialità di crescita. In tal senso, si può attivare una collaborazione pubblico/privata in cui gli operatori di mercato selezionano i progetti, mentre il soggetto pubblico può spingere la raccolta dei fondi, affinché abbiano la copertura necessaria per operare fattivamente nel rilancio delle imprese.
Diverse sono, però, le sfide che si aprono all’orizzonte: una fra tutte, quella infrastrutturale. A tal punto,
Aifi ha costituito un tavolo di lavoro interno che seguirà l’evoluzione del comparto degli investimenti in infrastrutture, a livello italiano e internazionale. Rientra, infatti, tra le priorità dell’Associazione approfondire e analizzare le nuove tendenze in atto nel settore e i nuovi trend di diversificazione delle asset class.
Il comparto delle infrastrutture, che pure è stato caratterizzato da una notevole crescita negli ultimi anni, è destinato a un ampio sviluppo anche nel prossimo futuro. Alcuni fattori contribuiranno a tale evoluzione, per esempio, l’incapacità dei governi europei di finanziare tali progetti, considerati i vincoli di bilancio da rispettare, la crescente enfasi sui fattori Esg che sostiene l’introduzione di incentivi per investimenti in infrastrutture green, l’allineamento di alcune caratteristiche degli investimenti in infrastrutture con le esigenze tipiche degli investitori istituzionali, quali il cash flow stabile nel tempo, la bassa volatilità, e i ritorni significativi nel lungo periodo.
Gli obiettivi del tavolo Aifi sono la definizione di proposte per agevolare gli investimenti, da presentare al governo; la realizzazione di una guida per i fondi infrastrutturali che analizzerà i dati sul contesto italiano e internazionale, descrivendo i modelli di intervento e le richieste del settore, ove ampio spazio sarà dedicato agli investimenti sostenibili. Inoltre, si prevede di organizzare un evento, da tenersi nei prossimi mesi, in cui divulgare gli esiti dell’analisi e rafforzare il dialogo con le istituzioni.
In ambito Esg, intanto, di recente Aifi ha presentato ai soci la guida operativa sulla Sustainable finance disclosure regulation. Il testo contiene alcune indicazioni per assolvere agli adempimenti di trasparenza sui rischi Environment, social e governance che entreranno in progressiva attuazione dal 10 marzo 2021 e che sono stati introdotti dal Regolamento (Ue) disclosure 2088/2019, integrato dal Regolamento (Ue) tassonomia 852/2020. I gestori di fondi alternativi, così come gli altri operatori del mercato finanziario, dovranno valutare in via prioritaria il rischio di sostenibilità dei loro investimenti, adattando le procedure interne per misurare, nel continuo, il rispetto dei fattori di sostenibilità nelle imprese in portafoglio.
L’associazione suggerisce, in questa prima fase, considerata anche l’incompletezza del quadro normativo (le norme tecniche di regolamentazione non sono state ancora emanate in via definitiva), un approccio graduale nell’adempiere alle disposizioni, adattando progressivamente strutture, prodotti e processi. In ogni caso, Aifi continuerà nei prossimi mesi, anche in parallelo al completamento del quadro normativo, ad analizzare l’impatto delle disposizioni sui fondi alternativi, con l’obiettivo di creare standard e best practice di settore.