La spesa nell’innovazione tecnologico-finanziaria prevista per il biennio 2021-2022 ammonta a 530 milioni di euro
Visco: “La diffusione delle nuove tecnologie implica anche una maggiore esposizione degli intermediari ai rischi cibernetici”
L’industria finanziaria, negli ultimi due anni, ha dovuto affrontare una nuova ondata di “rapido cambiamento tecnologico”. Ma secondo Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia intervenuto in occasione del convegno annuale dell’Associazione europea del diritto bancario e finanziario, per sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione e affrontare con “prospettive di successo” nuove sfide competitive è indispensabile che le banche e gli altri intermediari “effettuino ingenti investimenti, riconsiderino la composizione del personale innalzando le competenze digitali ed estendano le collaborazioni con società fintech o big tech”.
Stando a una
recente indagine dell’istituto, la spesa nell’innovazione tecnologico-finanziaria prevista per il biennio 2021-2022 ammonta a 530 milioni di euro, in crescita dai 456 milioni del biennio precedente. Ma tali risorse, spiega Visco, sono concentrate su un numero esiguo di intermediari: l’85% degli investimenti fa capo ad appena 10 operatori, a fronte delle 110 banche e dei 48 intermediari coinvolti nell’analisi. In questo contesto, aggiunge, la “diffusione delle nuove tecnologie implica anche una maggiore esposizione degli intermediari ai rischi cibernetici”. Nel 2020 gli
attacchi informatici gravi alle principali banche europee (le cosiddette banche “significative”, sottoposte alla diretta vigilanza della Bce) sono
impennati del 54%. Una percentuale sostanzialmente in linea con quella relativa agli istituti italiani (significativi e non). Il che, nelle parole del governatore, richiede “uno stretto coordinamento tra le autorità nazionali e internazionali” sebbene tali “incidenti” abbiano avuto generalmente “conseguenze limitate”.
Per favorire la transizione digitale, racconta Visco, Bankitalia “ha da tempo aperto canali di dialogo con il mercato”. Da cinque anni è attivo il canale fintech, attraverso il quale “gli operatori possono presentare progetti innovativi nel campo dei servizi bancari e finanziari e ottenere chiarimenti e indicazioni anche di natura regolamentare”. Recentemente, è stata aperta anche la prima finestra temporale per la presentazione delle richieste di ammissione alla
sandbox regolamentare (dal 15 novembre 2021 al 15 gennaio 2022). “Un ambiente controllato dove intermediari vigilati e operatori del settore fintech potranno testare sperimentazioni tecnologicamente innovative volte a migliorare la qualità e ridurre i costi di servizi e prodotti bancari, finanziari e assicurativi”, spiega Visco. “La sperimentazione avverrà in costante dialogo – aggiunge – anche ai fini della valutazione delle compatibilità normative, con le autorità di controllo (Banca d’Italia, Consob, Ivass) e sotto il coordinamento del ministero dell’Economia e delle finanze all’interno del Comitato fintech”. Senza dimenticare Milano Hub, il centro di innovazione realizzato da Bankitalia.
Una seconda sfida per l’industria finanziaria europea e italiana nel post-covid riguarda poi la transizione ecologica e la finanza sostenibile. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, entro il 2030 gli investimenti in tecnologie pulite dovranno triplicare a livello globale, toccando i 4mila miliardi di dollari. Ma per mobilitare una tale quantità di risorse, osserva Visco, “occorre il pieno coinvolgimento del sistema finanziario, oggi frenato dalla scarsa qualità delle informazioni sui rischi legati al clima, che risulta decisamente inferiore a quella dei dati di natura finanziaria, quali quelli che riguardano i rischi di credito e di mercato”. In definitiva, conclude, il sistema finanziario sarà tanto più capace di vincere le sfide dell’innovazione tecnologica e del climate change “quanto più sarà solido e capace di far fronte a shock avversi anziché amplificarli”.
La spesa nell’innovazione tecnologico-finanziaria prevista per il biennio 2021-2022 ammonta a 530 milioni di euroVisco: “La diffusione delle nuove tecnologie implica anche una maggiore esposizione degli intermediari ai rischi cibernetici”
L’industria finanziaria, negli ultimi due anni, ha dovuto …