Il grande vecchio degli investimenti non perde smalto e raccoglie i frutti della sua più recente scommessa finanziaria. Fatta, nemmeno a dirlo, quando nessuno ci credeva
Se Mark Zuckerbeg (37) piange, Warren Buffett (91) se la ride. È la sintesi delle ultime cronache di Borsa delle ultime ore. Mentre l’ex ragazzo prodigio di Facebook (oggi Meta) entra nel libro dei primati per il maggior ribasso azionario giornaliero della storia (-26,4%, pari a oltre 250 miliardi di dollari in fumo alla chiusura dii Wall Street il 3/2/2022), il grande vecchio della finanza mondiale brinda alla sua ultima scommessa vincente, quella sulle trading company giapponesi.
Il fondatore della società di investimenti Berkshire Hathaway Inc. nel 2020 – nei mesi più bui del lockdown, quando il vaccino non era nemmeno all’orrizzonte – aveva shockato il mondo acquistando capitale nelle cinque maggiori società di scambio (sogo shosha) di materie prime del Giappone. Marubeni, Mitsubishi, Itochu, Mitsui, Suumitomo, allora in cattive acque a causa del crollo della ridotta domanda per prodotti energetici e materie prime. Ma a due anni di distanza, le quotazioni di petrolio, energia e materie prime sono schizzate in alto. E in particolare quelle trading company risultano fra le maggiori beneficiarie del surriscaldamento dei prezzi delle commodity. Le azioni di Marubeni Corp hanno raggiunto il loro massimo storico giovedì 3 febbraio 2022, dopo aver rivisto al rialzo le sue previsioni. Anche le altre quattro società hanno ridefinito in positivo le loro prospettive economiche annuali. Proprio mentre Meta si sgonfiava.
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Con saggezza zen, la dirigenza delle trading company non si vuole sbilanciare. Masumi Kakinoki, ceo di Marubeni, afferma che il livello attuale dei prezzi e il surriscaldamento del comparto «non riflette i trend di lungo periodo» e che il quadro va valutato «con calma».
Il quintetto nipponico è il maggior investitore del paese in commodity ed energia. Buffett, con il suo consolidato approccio di value investing (acquistare titoli ad alto valore intrinseco nel momento in cui sono svalutati), aveva sostanzialmente scommesso sulla ripresa, focalizzandosi sul valore che aveva intercettato in Giappone. Prima di tutti. Gli stessi che lo accusavano di aver perso il suo “tocco magico”. Nel nuovo anno, le value stock hanno fatto meglio delle tech dell’S&P 500. Il leone ha tirato fuori la sua unghia.
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Se Mark Zuckerbeg (37) piange, Warren Buffett (91) se la ride. È la sintesi delle ultime cronache di Borsa delle ultime ore. Mentre l’ex ragazzo prodigio di Facebook (oggi Meta) entra nel libro dei primati per il maggior ribasso azionario giornaliero della storia (-26,4%, pari a oltre 250 miliardi d…
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