Ci sono diverse criticità nell’Idd. E la federazione europea le ha evidenziate
Tra questi si ritrova il ridurre il sistema di obblighi di informazione dei clienti, che provoca un sovraccarico di informazioni per gli stessi
I requisiti normativi, sottolinea il report, generano costi che devono essere coperti. Un’indagine sugli assicuratori operanti nel mercato bulgaro ha stimato un aumento dei costi per i consumatori compreso tra lo 0,3 e l’11,51%, a seconda del tipo di prodotto assicurativo e dell’importo del premio contrattuale.
Inoltre, l’applicazione dell’Idd alla riassicurazione è un onere inutile che non fornisce alcun vantaggio al cliente. In un contesto ri-assicurativo, i processi di vendita e consulenza sono svolti tra due gruppi di professionisti esperti. Le regole Idd, incentrate sul consumatore, non sono appropriate in questa impostazione. Secondo l’approccio per attività adottato nell’Idd, la riassicurazione dovrebbe essere al di fuori del campo di applicazione della direttiva, a meno che il riassicuratore non svolga attività con clienti al dettaglio.
Ma attenzione,“Insurance europe rappresenta una visione delle compagnie europee. Va osservato però che l’Italia rappresenta un osservatorio davvero particolare. Non dobbiamo dimenticare che con riferimento ai prodotti di investimento assicurativo (Ibips) il nostro paese ha di molto anticipato con la legislazione nazionale il portato di Idd, considerato che fin dal 2006, si sono applicate a questi prodotti, in via di supplenza, le regole del Tuf. Da ciò deriva un’implementazione meno “traumatica” della nuova normativa, dato che i distributori e le compagnie sulla scorta di Mifid2 avevano già compiuto sforzi notevoli ed investimenti per far soggiacere le polizze finanziarie a Mifid di cui poi Idd ha finito per replicare i principi”, conclude Zitiello.