Abbassamento della soglia minima di investimento in Fia da 500mila a 100mila euro per la clientela retail
Incentivi fiscali per gli Elfi, così come previsto per i Pir
Trasformazione di parte dei crediti concessi alle Pmi in sussidi a fondo perduto
Lo scopo è nobile, sostiene Aifi, e allora è necessaria un’azione concertata dei diversi protagonisti dell’industria perché i private market possano avere uno sviluppo maggiore. Prosegue il presidente Aifi: “Bisogna facilitare la raccolta. Come? Incentivando l’investimento degli istituzionali (casse di previdenza o fondi pensione) da una parte, con il credito d’imposta. E con il coinvolgimento delle persone fisiche, la classe retail, dall’altra”. Anna Gervasoni, in rappresentanza dell’associazione, propone su questo fronte l‘abbassamento della soglia minima di investimento da 500mila a 100mila euro per chi voglia impiegare i suoi denari in un Fondo di investimento alternativo: “Abbiamo la barriera all’ingresso più alta in Europa, abbassarla vorrebbe dire allargare la raccolta ai clienti private in cerca di diversificazione”. E ancora: si propongono incentivi fiscali simili a quelli già presenti per i Pir (in arrivo, su questo fronte, una nuova versione ndr) per gli Eltif; la promozione di fondi di fondi per il turnaround, sostegno per il Venture Capital e per le startup. Più in generale, il Consiglio Direttivo dell’Associazione chiede che siano praticate tutte quelle misure anche amministrative che facilitino gli aumenti di capitale e che parte dei crediti concessi alle Pmi sia trasformato in sussidi a fondo perduto per ridurre l’indebitamento delle imprese.
Investitore retail
Abbassare la soglia di investimento vuol dire però aprire la porta dei private markets a investitori privati che potrebbero non essere consapevoli dei rischi che corrono. I fondi alternativi hanno infatti orizzonti temporali molto lunghi (dagli 8 ai 10 anni, di solito) e in quanto investimenti illiquidi sono difficili da riciclare sul mercato. In questa situazione di emergenza, qual è il profilo rischio/rendimento dei fondi che investono in private equity, private debt e venture capital? “Avremo una visione completa a fine anno – risponde la presidente – Credo che ci sarà una grande varietà. In questo momento il sottostante fa una grande differenza. Ricordiamo però che si tratta di strumenti di lungo termine e che quindi la performance si calcola su un arco temporale diverso. Ogni fondo è socio dell’impresa, e ci si incontra regolarmente per scrivere i piani industriali: il controllo è costante”.