I mercati azionari vantano ad oggi un saldo da inizio anno decisamente positivo, ma in questi mesi gli investitori in Etf hanno palesato un crescente posizionamento difensivo sull’obbligazionario. A marzo addirittura è stato toccato il record di flussi mensili verso gli Etf sui tassi (33,2 mld $) con in particolare un boom di esposizioni sui Treasury statunitensi. Movimenti dettati dalle tensioni legate al settore bancario, ma non solo. We Wealth ne ha parlato in un’intervista esclusiva con Karim Chedid, head of Investment Strategy iShares EMEA di BlackRock.
Nel primo trimestre dell’anno, i flussi si sono spostati in modo significativo verso le esposizioni obbligazionarie, in particolare quelle a breve termine. Sarebbe sorpreso se i flussi verso gli ETF a reddito fisso superassero quelli verso l’azionario nell’intero 2023?
“Se dal punto di vista dell’investimento, preferiamo il reddito fisso alle azioni, è anche vero che sarebbe la prima volta che assisteremmo ad un superamento dei flussi degli Etf Fixed Income a scapito di quelli dell’equity su base annua. Ciò che non è una prima volta è il fatto che i flussi degli ETF obbligazionari siano stati superiori a quelli delle azioni per più trimestri. I flussi di reddito fisso hanno infatti superato quelli azionari nel 1° trimestre, con 80,1 miliardi di dollari vs gli ETP FI e 68,5 miliardi di dollari verso l’equity. Questa situazione si è già verificata in passato su base trimestrale: nel 1° trimestre 2016, tra il 1° trimestre e il terzo trimestre del 2019 e nel 2° trimestre 2020. Tuttavia, in ogni occasione, su base annua, i flussi azionari hanno dimostrato la tendenza a superare quelli del reddito fisso, soprattutto a causa della maggiore adozione degli ETP azionari nei portafogli, mentre l’adozione degli ETP Fixed Income sta ancora migliorando.
Da un punto di vista macro, potremmo assistere ad un continuo aumento dei flussi verso gli ETP sui tassi come allocazione difensiva nel caso in cui si concretizzasse una recessione; oppure, all’opposto, ad un ritorno all’assunzione di rischio nel credito dei mercati sviluppati e nel debito dei mercati emergenti”.
In che modo il concretizzarsi di una recessione negli Stati Uniti modificherebbe le scelte azionarie e obbligazionarie degli investitori?
“Guardando agli Stati Uniti, notiamo che i mercati si stanno orientando sempre di più verso l’ipotesi che una recessione possa essere evitata; ipotesi sostenuta dai dati relativamente solidi del 1° trimestre. Sebbene alcuni investitori stiano cambiando opinione, le allocazioni degli investitori indicano che la maggior parte di essi è ancora posizionata per una contrazione della crescita con allocazioni relativamente difensive. Gli ETP sui bond governativi hanno registrato afflussi per 55,6 miliardi di dollari nell’ultimo anno, compreso un mese record di 34,9 miliardi di dollari a marzo, con allocazioni che rappresentano il 60% di tutti i flussi di ETP Fixed income nel 2023.
Nell’attuale contesto macro, rimaniamo cauti sul rischio nei mercati sviluppati e manteniamo un sottopeso sull’azionario delle economie sviluppate in generale, con una preferenza per i mercati emergenti. Ciò è dovuto a un contesto politico, nel complesso, più positivo nei Paesi emergenti e al vento di coda scatenato dalla riapertura della Cina. Nel 2023 abbiamo assistito a questa evoluzione nello spazio azionario, con flussi verso l’azionario EM pari a 24,2 miliardi di dollari, dopo un anno record per i flussi azionari EM nel 2022, che hanno superato i flussi verso l’azionario USA (13,5 miliardi di dollari) e l’azionario europeo (16,3 miliardi di dollari) quest’anno. Tuttavia, non abbiamo ancora visto questo fenomeno nelle obbligazioni, con i flussi sul debito degli emergenti che sono rimasti fermi nel corso dell’anno. Siamo convinti che il debito in valuta locale degli EM sia una sorta di “carry trade” nel contesto di un dollaro più debole. Quest’anno piú che un aumento del numero degli investitori posizionati sul credito dei mercati sviluppati, abbiamo visto che continuano a mostrare una preferenza per approcci di alta qualità, con 16 miliardi di dollari di flussi registrati per l’investment grade globale e -0,1 miliardi di dollari per l’HY (Fonte BlackRock e Markit: dati sui flussi al 17/04/2023)”.
Come spiega il forte deflusso dagli ETP ESG, soprattutto nel mercato statunitense?
“Se guardiamo ai dati, gli investitori europei continuano a guidare l’adozione degli ETF ESG con afflussi netti di 12,4 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023 (fonte: BlackRpck ETP Landscape). In generale, la volatilità del mercato verso la fine del trimestre ha innescato flussi verso strategie di ETF sostenibili che seguono più da vicino i loro benchmark non ESG. A marzo gli investitori hanno cercato investimenti più sicuri come i titoli di Stato e una selettività nelle allocazioni settoriali con un’inclinazione difensiva, compreso il passaggio ad approcci di alta qualità”.