Istituti di Credito sugli scudi nell’anno che sta per terminare e che sarà ricordato come uno dei migliori in quanto a rendimento azionario per i titoli delle banche UE che chiudono l’anno ai massimi degli ultimi dieci anni, trainate da cospicui profitti e garanzie di rendimenti stellari per gli stakeholder, malgrado il ribasso dei tassi di interesse (la BCE da Giugno a Dicembre ha tagliato i tassi ben quattro volte col tasso sui depositi sceso al 3%) anche perchè quasi sempre le banche hanno saputo reagire al calo dei tassi con programmi di copertura essenziali e lungimiranti, preservando così buona parte dei loro profitti e con un rendimento medio sul capitale del 12% circa.
Brilla Monte dei Paschi di Siena che ha più che raddoppiato la propria capitalizzazione di Borsa mentre la miglior performance in Europa è stata realizzata da Unicredit (+ 50% c. da inizio anno), seguita da IntesaSanPaolo (+ 40%).
Le banche sono state inoltre le maggiori acquirenti di azioni proprie (45 mld di euro in buyback), hanno distribuito quasi 20 mld di euro in acconti sui dividendi con 70 mld di euro circa di dividendi attesi per l’inizio del nuovo anno, malgrado la debole attività di acquisizione e la moderata crescita dei prestiti, rassicurando così gli investitori, contrariati negli anni scorsi dal divieto di distribuire utili e dalla tassazione sulle plusvalenza in area UE.
Ciononostante molti Istituti di Credito europei vengono tuttora scambiati a prezzi non congrui ai loro asset e a loro discapito rispetto alle banche USA che hanno beneficiato del vento favorevole post elezione di Trump grazie a ipotesi di liberalizzazione, benefici e tagli fiscali.
Per il nuovo anno ci si attende un leggero calo dei ricavi con le coperture di struttura che controbilanceranno solo in parte il calo dei tassi ma con una crescita dei prestiti soprattutto in Europa.
Nel frattempo la BCE ha comunicato i risultati del suo processo di revisione e valutazione prudenziale; si tratta di uno dei più importanti indicatori della solidità di una banca. Il dato essenziale emerso è che le banche italiane si confermano le migliori in Europa come solidità con i requisiti di secondo pilastro tra i più bassi(P2R). Parliamo di requisito patrimoniale specifico per singola banca che si applica sommato al requisito patrimoniale minimo, cosiddetto di primo pilastro, nei casi in cui quest’ultimo sottostima determinati rischi. Un P2R basso indica come una banca debba accantonare meno capitale suppletivo per affrontare rischi specifici, palesando così una rilevante capacità di tenuta in situazioni difficili.