Previdente, cauto, investe i suoi risparmi soprattutto nei fondi comuni di investimento e in titoli di Stato, con una marcata avversione al rischio che lo porta ad evitare gli strumenti finanziari complessi e quelli illiquidi e in linea di massima si muove seguendo i suggerimenti del proprio consulente finanziario senza badare ai conflitti d’interesse che possono influenzare l’attività di consulenza del referente di fiducia.
Ecco l’identikit del risparmiatore fai da te secondo quanto emerge da un’ indagine della Consob, riferibile al risparmio gestito dagli intermediari per conto dei comuni risparmiatori non qualificabili come clienti professionali. L’analisi è riconducibile ad un orizzonte temporale di ben 13 anni, dal 2010 al 2023 e rivela come l’incidenza dei fondi comuni di investimento è andata gradualmente crescendo, dal 17% circa del 2010 al 54% dello scorso anno (in calo rispetto al 62% del ’22).
Stabile la sottoscrizione dei titoli di Stato che nel periodo in esame oscillano dal 20% del 2010 al 23% circa del 2023 in decisa crescita (+16%) rispetto al 2022. Tra l’altro per promuovere e agevolare l’acquisto di questi titoli lo Stato ha offerto rendimenti superiori rispetto a quelli dei titoli tradizionali. Il rendimento maggiore richiederà, per la durata delle emissioni di titoli retail emessi e ancora in circolazione, un maggior costo stimato in oltre 15 mld di euro.
Negli ultimi tempi, l’offerta di BTP e altri titoli di Stato è stata sottoscritta in modo rilevante dagli investitori retail, grazie alla copiosa disponibilità di risparmi, ai rendimenti sopra la media, resi ancora più allettanti dai premi fedeltà nel caso del BTP Valore e dalla tassazione agevolata rispetto ad altri strumenti finanziari (12,5% contro il 26%). Il BTP Valore collocato nel mese di Maggio di quest’anno ha raccolto oltre 11 mld di euro contro i 18 mld della prima emissione a giugno ’23. In mezzo altre decine di miliardi sottoscritti dai risparmiatori italiani.
Parallelamente crollano, sempre nel periodo preso in esame dalla Consob le sottoscrizioni di obbligazioni, soprattutto bancarie, passate dal 50% circa a poco meno dell’8%. Forte avversione verso i titoli illiquidi (ora al 3%) e per quelli complessi (6%). Le sottoscrizioni di titoli azionari al di fuori dei fondi comuni di investimento rappresentano adesso il 15% circa del totale investito. Dopo la leggera frenata del 2023, da inizio 2024 gli italiani hanno ripreso a sottoscrivere le polizze vita, anche perchè la spesa per questi strumenti è detraibile fiscalmente e nonostante il fatto che il rialzo dei tassi di interesse sino a dodici mesi fa abbia continuato a incentivare il riscatto delle polizze da parte dei risparmiatori.
Crescono le polizze tradizionali ramo I che offrono una copertura in caso di decesso dell’assicurato ma possono ottenere gli importi spettanti solo coloro che sono indicati nella polizza come beneficiari. Sono previsti anche versamenti periodici dopo la prima sottoscrizione effettuati su un fondo della compagnia a gestione separata. In caso di fallimento quindi della compagnia, il patrimonio dei clienti è tutelato e garantito. Offre un rendimento minimo garantito per cui le somme accumulate vengono investite in strumenti finanziari a bassa volatilità. Si tratta di un investimento sicuro e quindi adatto per quel tipo di clientela avversa al rischio, ma che vuole in ogni caso accantonare una somma di denaro importante.
Crescono anche le polizze temporanee caso morte che prevedono un impegno da parte della Compagnia a corrispondere un capitale ai beneficiari indicati dal contraente nel caso in cui il soggetto assicurato deceda prematuramente in corso di contratto.
La volatilità che oramai accompagna da tempo i mercati finanziari ha indotto molti risparmiatori italiani ad affiancare agli investimenti in un’unica soluzione dei piani di accumulo del capitale, ovvero i cosiddetti pac. Da un punto di vista operativo i pac consentono al risparmiatore di accedere all’investimento attraverso versamenti periodici di capitale. In pratica l’investitore sottoscrive piccoli importi di quote di fondi comuni, a scadenze regolari e per un periodo predeterminato. Con questa modalità il capitale investito in termini globali cresce in modo graduale nel tempo.
È un investimento preferito soprattutto dai giovani italiani che non hanno grandi cifre da accantonare e possono contare su entrate stabili; ha inoltre il vantaggio di rimuovere la componente stagionale dell’investimento sui mercati e limitare il rischio legato ad una tempistica sbagliata; evita inoltre il rischio di cadere nella trappola dell’emotività, quando cioè l’investitore sottoscrive un investimento quando i prezzi sono vicini ai massimi o disinveste quanto le quotazioni sono vicine ai minimi.