Sono anni ormai che si parla degli Etf come strumenti di punta, che non possono mancare in un portafoglio ben diversificato. Eppure, tradizionalmente, quando si pensa a questi strumenti finanziari, si pensa subito a strategie passive, cioè gestite in base a un indice. Storicamente forse era cosi, ma oggi il mercato degli Etf è sempre più ampio e, perché no, sempre più attivo.
Partendo dalla base, gli Etf sono, come suggerito dal nome stesso (exchange traded funds), fondi negoziati in borsa. Ovvero si tratta di fondi che possono essere acquistati e e venduti attraverso una borsa valori come un’azione o un’obbligazione. Essi possono essere sia passivi che attivi. La differenza fondamentale sta nel modo in cui gli investitori acquistano o vendono la strategia.
Etf sempre più attivi
Negli ultimi anni il mercato delle strategie passive tradizionali si è piano piano saturato, proprio per questo sono sempre di più gli investitori che cercando una strada secondaria sono incappati nel mondo degli Etf. Guardando alle analisi di Morningstar, ad esempio, risulta chiaro che i flussi globali di etf nell’ultimo anno si sono attestati a 497miliardi di dollari. A un trimestre dalla fine del 2024, queste strategie sono sulla buona strada per superare i 1.000 miliardi di dollari di flussi, nell’ipotesi che non vi siano perturbazioni del mercato.
Ma non solo, sembra che gli ETF attivi stiano diventando il punto di riferimento degli investitori che cercano di generare valore con i fondi quotati a discapito degli smart beta. L’industria se ne è accorta e ha risposto con il lancio di numerosi prodotti di questo tipo, dentro e fuori dagli Stati Uniti.
Etf attivo vs fondo comune, come scegliere?
Visto il rinnovato interesse per questo settore, gli esperti di Janus Henderson Investors, si sono chiesti se, nel costruire un portafoglio di investimento, sia meglio puntare su un Etf attivo o un fondo comune. Chiaramente, non esiste una risposta sempre valida, ecco quindi i pro e i contro di entrambe le strategie.
Rispetto a un fondo comune, un Etf attivo presenta diversi vantaggi, tra cui i costi, perché a parità di altre condizioni, gli Etf tendono a essere più economici. Altri vantaggi sono la negoziazione in Borsa in tempo reale, consentendo transazione intragiornaliere, per ribilanciare il portafoglio in caso di necessità, ma offrono anche trasparenza (molti di questi strumenti rendono disponibili le loro posizioni in portafoglio su base giornaliera), efficienza, essendo semplici e standardizzati, e sono adatti anche a conti di piccole dimensioni, potendo essere acquistati e venduti per un importo minimo di un’azione, che potrebbe anche partire da un euro.
Attenzione, però, gli Etf attivi non sembrano essere dei perfetti sostituti dei fondi tradizionali gestiti attivamente, soprattutto per gli investitori che hanno un orizzonte temporale a lungo termine. Gli Etf sono molto efficienti nel breve termine, grazie alla loro accessibilità e alla facilità di transizione, ma i fondi rimangono la scelta più forte per il lungo termine. Inoltre, nonostante il mercato si sti aprendo sempre di più agli Etf, sono ancora molte le piattaforme che devono ancora impegnarsi, proprio per questo potrebbe essere molto complesso per un investitore costruire un intero portafoglio attivo a partire dagli Etf. Ad oggi, “l’approccio dei fondi comuni di investimento rimane l’approccio più efficace, almeno nel breve termine”, concludono gli esperti.