Trading e vino, numeri e passione: investire secondo eWibe

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Dall’appassionare una nicchia, i fine wines conquistano anche gli investitori digitali. Perché, seppur attraente per i rendimenti allettanti, il vino resta sempre un prodotto di passione che evolve nel tempo

Unire l’utile al dilettevole. L’opportunità di investimento alla passione per il vino. A fare da collante, l’innovazione tecnologica. È questa l’intuizione dietro eWibe, live market di vini pregiati che ha recentemente tagliato il traguardo dei primi 12 mesi di piena attività della propria piattaforma, raggiungendo già a metà anno gli obiettivi prefissati per la fine del 2023. “Eravamo un gruppo di amici con interessi comuni: durante la pandemia osservavamo l’instabilità dei mercati finanziari e la volatilità che aveva sorpreso gli investitori in criptovalute” racconta Edoardo Maria Lamacchia, cofondatore e oggi Ceo della società. “Disorientati dalla performance degli asset tradizionali, gli investitori si sono lasciati entusiasmare da rendimenti in crescita e decorrelati dall’andamento dei mercati finanziari (o, per lo meno, stabili nel tempo, intorno al +10% annuo). Non solo ritorni allettanti nel medio-lungo termine ma, come nella Borsa tradizionale, opportunità nel breve termine grazie all’acquisto e alla vendita di asset specifici a prezzi adeguati. 

Perché investire in vino? Non solo diversificazione 

A contribuire alla causa dei fine wines vi è anche un potenziale di diversificazione del portafoglio, dato che l’andamento del prezzo non è connesso agli eventi macroeconomici. Anche il trattamento fiscale è interessante, in quanto il capital gain legato alla vendita di beni deperibili da parte di privati è esente da imposte. Da non dimenticare poi il fatto che il vino rimane sempre un bene fisico dal valore intrinseco: rappresenta l’espressione della cura del territorio e della sapienza di chi lo coltiva, che può essere sempre apprezzato in compagnia” continua Lamacchia. 

Anche ragionando sulle logiche di mercato è facile intuire il potenziale dei fine wines come investimento: infatti, a causa della sempre minore reperibilità, le bottiglie di pregio sono destinate a un aumento di valore nel tempo (una minore offerta spingerà la domanda). Inoltre, il processo di affinamento nobiliterà il prodotto (un vino maturo, prossimo alla finestra di beva ideale, giustificherà l’incremento di valore, oltre che aumentare l’interesse di collezionisti e degustatori).

Superare le inefficienze di mercato

Tuttavia, a ostacolare la visione dei fondatori di eWibe vi erano non poche inefficienze di mercato, che rendevano i fine wines ancora difficilmente approcciabili dalla maggior parte degli investitori. E non solo per quelli che non ne padroneggiavano il lessico e le dinamiche: “anche per i più esperti, infatti, il passaggio obbligato dagli intermediari, la scarsa autonomia nella compravendita e le complessità legate allo stoccaggio domestico costituivano delle problematiche risolvibili grazie alla tecnologia” aggiunge Lamacchia. “La soluzione è arrivata guardando alle piattaforme di trading. Abbiamo lavorato intensamente per sviluppare un algoritmo proprietario che segue l’andamento del prezzo di una bottiglia nel tempo, grazie al quale l’utente può liberamente valutare se la domanda per un lotto è congrua rispetto a criteri come produttore, annata, scarsità, pregio, interesse degli investitori, e via dicendo, e piazzare autonomamente un’offerta. In questo modo, i vincoli tradizionali imposti dai prezzi sul listino sono stati sciolti da un modello di live trading in cui domanda e offerta si incontrano liberamente. I vantaggi? Un mercato più trasparente e dinamico, accessibile 24 ore su 24, sette giorni su sette, dal proprio computer o smartphone”. 

Una volta acquistate tramite la piattaforma, le bottiglie – che per garantire una qualità ottimale provengono solamente da fonti verificate e tracciate tramite blockchain – vengono inserite nel portafoglio virtuale dell’investitore, che può monitorare l’andamento del prezzo e decidere se conservarle nella cantina di eWibefarsele recapitare, o rivenderle. Potenzialmente, anche il minuto seguente. Nessun problema neanche dal punto di vista della corretta conservazione, imprescindibile per mantenere la qualità del vino e accrescerne il valore. “Ogni bottiglia necessita infatti di condizioni specifiche di temperatura, luce e umidità che sono difficilmente controllabili a casa. Ecco perché tutti i lotti sono conservati in cantine apposite e assicurati per il valore totale del prezzo di acquisto. A tal fine abbiamo siglato una partnership con ShoWine, società italiana leader a livello internazionale nella realizzazione di soluzioni su misura per la conservazione e l’affinamento del vino, con cui ci accomuna la vocazione all’innovazione tecnologica” prosegue Lamacchia. 



Formazione e consulenza per collezionisti e appassionati

All’attività di informazione per l’utente si aggiunge poi quella di formazione e consulenza, attiva dallo scorso marzo grazie al lancio del servizio “Personal Wine Advisory” guidato da Leonardo Bernasconi DipWSET, Head of Wine di eWibe. “Abbiamo fortemente voluto aggiungere un nuovo tassello all’offerta della nostra piattaforma per affiancare gli utenti nel loro percorso di avvicinamento o approfondimento della conoscenza dei fine wines, supportandoli nella definizione di un possibile portafoglio di vini da investimento, personalizzabile in base agli obiettivi di rischio e rendimento” precisa il Ceo della startup. 

L’identikit dell’investitore in fine wines

Ma qual è l’identikit di questi utenti? “Secondo una recente indagine condotta dal nostro team su un campione di 1000 investitori (sugli oltre 7mila attualmente registrati alla piattaforma), l’investitore medio in fine wines risiede in Lombardia (41%), è giovane (il 38% ha tra i 27 e i 32 anni) e uno su due dedica fino al 5% del proprio portafoglio investimenti a questa asset class (uno su 10 fino al 20%). A motivare l’investimento è principalmente la passione (51% degli intervistati), seguita dalla possibilità di diversificare il portafoglio (32%) e dalla potenzialità di apprezzamento del vino (12%). Tra le bottiglie più amate, i rossi (82% delle preferenze) e quelle provenienti dalla Toscana (46%)”. 

È proprio questa vocazione alla raccolta e all’analisi dei dati a rappresentare il vantaggio competitivo della piattaforma, che seppur giovane (è operativa da luglio 2022) è già arrivata a contare sul live market circa 10mila bottiglie, per un valore pari a 4 milioni di euro. La società vuole rendere accessibile a tutti questo mercato tradizionalmente chiuso e poco dinamico, ma capace di generare negli ultimi dieci anni una crescita cumulata del +94%, confermata anche nel mese di agosto. L’incremento evidenzia l’ampliamento della platea di interessati a questo bene che, dall’appassionare una nicchia, ora entusiasma gli investitori – anche quelli digitali, grazie all’attività di piattaforme come eWibe. Perché, seppur attraente per i rendimenti allettanti, il vino resta sempre un sogno da affinare.

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