Il Ceo di Ubi Banca risponde però alle affermazioni fatte dal suo corrispettivo di Intesa Sanpaolo è dichiara che nei momenti di crisi non conta tanto la grandezza della banca ma la capacità di gestire il credito
La banca è pronta, se la Bce lo permetterà, a pagare un dividendo ai soci già dopo il primo ottobre
Nel primo trimestre dell’anno, Ubi Banca, che include i primi impatti dell’emergenza Covid-19, registra un’utile netto a 93,6 milioni (dato più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del quarto trimestre 2019). Il Cet1 fully ratio è salito significativamente al 12,86% e il Total capital ratio al 17,05%. I crediti deteriorati lordi sono scesi ulteriormente del 2,4%, grazie esclusivamente al work-out interno, attestandosi al 7,5% dei crediti lordi. Il dato scende al 6,7% su base pro-forma se si tiene conto della cessione di un portafoglio di circa 800 milioni di sofferenze a cui la banca sta lavorando.
Inoltre è migliorata anche la qualità del credito performing, con la componente ad alto rischio scesa al 2,7%, e il tasso di default è conseguentemente diminuito all’1%. E il tasso di default è diminuito all’1% inclusivo della nuova definition of default. “La Banca ha saputo reagire con estrema rapidità alla crisi innescata dal Covid19, a tutela dei dipendenti e della clientela, facendo leva anche sull’efficacia e flessibilità dei sistemi informatici e delle strutture organizzative che si sono confermati all’altezza dell’emergenza” si legge nella nota. Non mancano però le frecciatine a Intesa Sanpaolo e alle affermazioni fatte durante la presentazione della sua trimestrale da parte di
Carlo Messina, Ceo del Gruppo. “Qualcuno dice che è la dimensione a essere determinante” ma l’insegnamento delle precedenti crisi” è che ci sono state banche molto grandi che hanno fatto molto bene e altre di analoga dimensione che hanno fatto “molto male”, come pure banche medie e piccole che hanno fatto bene e altre che hanno fatto male. Quello che conta non è “la dimensione in assoluto, ma la capacità di saper gestire il credito nei momenti di grande difficoltà”, dichiara
Victor Massiah, ceo di Ubi Banca.
Oltre a questo il Ceo dichiara anche come “Ubi è una banca solida ed è pronta, se la Bce lo permetterà, a pagare un dividendo ai soci già dopo il primo ottobre. Usciamo con una componente patrimoniale molto più forte: abbiamo un Cet1 che è abbondantemente sopra il 12,80%. Ovviamente noi cercheremo, se la Bce ci darà la possibilità di farlo, di compensare comunque gli azionisti in autunno, ma anche se volessimo detrarre i ventisei basis point dei dividendi, avremmo comunque un Cet1 superiore al 12,50%”.
Tornando all’emergenza Covid sottolinea anche come “l’emergenza ha configurato una crisi diversa dalle altre per come si è originata e per come potrà evolvere, rendendo complesso ogni tipo di previsione; anche in questa crisi però il fattore chiave è rappresentato dalla qualità del credito”. Lo scrive Ubi Banca nella nota che accompagna i risultati del primo trimestre. La banca ha già rilevato maggiori accantonamenti sulle inadempienze probabili nei settori più esposti alla crisi, con un impatto sul primo trimestre di circa 50 milioni di euro (e un costo del credito complessivamente pari a 73 punti base), e in corso d’anno concentrerà su tali crediti la propria attenzione, data la qualità dei crediti performing”.
Il Ceo di Ubi Banca risponde però alle affermazioni fatte dal suo corrispettivo di Intesa Sanpaolo è dichiara che nei momenti di crisi non conta tanto la grandezza della banca ma la capacità di gestire il creditoLa banca è pronta, se la Bce lo permetterà, a pagare un dividendo ai soci già dopo il pr…