La Cassazione è intervenuta per cercare di contrastare tutti quei fenomeni di intestazione fittizia che hanno come obiettivo aggirare confische e sequestri
Se infatti l’ex marito è accusato di presunta evasione e per evitare la confisca di beni dovesse intestarli alla moglie, questi saranno messi sotto custodia comunque
Il caso
La vicenda dalla quale si è poi ricavato il principio deriva da una signora a cui erano stati sequestrati alcuni beni, tra cui: la casa, il garage e l’automobile. Questi sono stati confiscati in relazione al reato di indebita compensazione contestato al (ex) marito, amministratore delegato di una società italiana. Il Tribunale, ha motivato la Suprema corte, una serie di beni che formalmente risultavano essere intestati all’ex moglie ma nella pratica erano di uso comune del soggetto interessato. La macchina, per esempio, al momento dell’esecuzione del sequestro vedeva alla guida il marito e non la signora.
Alla luce di diversi altri indizi emersi durante il corso del processo, la Suprema Corte ha dunque dimostrato come i beni sono stati intestati alla (ex) moglie solo per evitare che questi venissero sequestrati visti i reati scoperti del marito (o ex marito). E dunque è stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla donna.
In questo caso il processo ha fatto emergere come l’intestazione di alcuni beni sia stata fatto a nome dell’ex moglie solo per cercare di evitare le conseguenze di confisca. L’obiettivo della sentenza è intervenire in maniera rigorosa nel contrastare i fenomeni di intestazione fittizia di beni volti ad aggirare confische e sequestri.