Ma cos’è il Revenue Based Financing? “È una tipologia di investimento in aziende digitali, ecommerce b2 c di settori diversi a cui forniamo capitali per crescere, e in particolare per investire in marketing – spiega a We Wealth Masserdotti – la peculiarità sta nel fatto che partecipiamo al rischio di impresa senza entrare nel capitale e dunque senza che l’imprenditore si diluisca. E il rimborso del finanziamento avviene in maniera proporzionale ai ricavi del cliente: un vantaggio importante perché gli ecommerce hanno una forte stagionalità”. Il cliente tipo di questo genere di finanziamenti è dunque un marketplace, con un modello di business b2 c o di vendita diretta al cliente finale, dal settore moda al food, con almeno sei mesi di operatività e 10mila euro di ricavi mensili. Insomma, dal negozio di periferia che ha deciso di aprire il canale online – per sopravvivere ai lockdown o per differenziare, all’azienda strutturata che vuole scalare dimensionalmente e aggredire nuove fette di mercato.
Non è un caso la collocazione storica alla fine di una pandemia: la digitalizzazione è diventata un must have e su di essa si creano nuovi business e nuove tecnologie abilitanti. Quanto al revenue based financing, “è una forma di finanziamento ibrido, a metà strada tra debt ed equity – dice Masserdotti –. V ogliamo accompagnare le aziende nel percorso di trasformazione o evoluzione digitale. Il nostro punto di forza è che ci colleghiamo agli store o alle piattaforme digitali del cliente… e in questo modo monitoriamo tutto il flusso di vendite e dunque il fatturato su cui basiamo la nostra remunerazione. Siamo inoltre in connessione anche agli account social della società per vedere come spende e come riesce a generare nuovi clienti, che è poi l’obiettivo finale del nostro finanziamento, ma non solo. Dalla piattaforma infatti il cliente raccoglie anche informazioni molto utili per la sua strategia di crescita, grazie ad un assessment delle sue attività digitali”.
Obiettivo centrato se si considera che le aziende coinvolte hanno registrato a oggi una crescita media annualizzata del 216% dopo l’investimento ricevuto. Il revenue based finance è una metodologia che funziona perché consente un ritorno diretto all’investitore, che su temi come il marketing non è così scontato. Esserne pionieri in Italia aiuta a emergere ma lo spazio “in un mercato del vc ancora molto piccolo c’è ed è ampio”. E aggiunge un pezzo al variegato mondo del credito alle imprese che non può certamente più basarsi solo sulle banche. Un pezzo che quel mondo forse può rivoluzionarlo? “Poco a poco – risponde Masserdotti – è un metodo che funziona nel mondo delle imprese digitali perché ricavi e spese sono tracciate e collegandoci alla fonte possiamo monitorarli in maniera precisa, oltre ad offrire strumenti di monitoraggio intelligenti all’impresa. Più complesso nel mondo off line”. Ma è senza dubbio una tecnologia che, una volta consolidata, può essere portata in modalità as a service in banche e istituzioni finanziarie tradizionali per ampliarne l’offerta. “Si tratta di un progetto che è già nella nostra road map – dice Masserdotti – come futuribile è l’idea di fare del revenue based financing uno strumento alternativo per investire in economia reale, a disposizione di investitori istituzionali e perché no anche retail”.