Il Wall Street Journal ha evidenziato come a distanza di un anno dal caso GameStop, i gestori di fondi professionali si stiano munendo di nuovi strumenti onde evitare simil perdite
Secondo Devin Ryan, direttore della ricerca sulle tecnologie finanziarie di JMP Securities, tra il 2020 e il 2021 più di 25 milioni di investitori individuali hanno aperto nuovi conti di intermediazione
Secondo un sondaggio di Bloomberg Intelligence, circa l’85% degli hedge fund e il 42% dei gestori patrimoniali stanno monitorando le bacheche social di trading, nel tentativo di anticipare le mosse dei retail
Trader alla ribalta (non solo GameStop)
Di pari passo investimenti che avevano poco senso sulla carta sono diventati un must-have di portafoglio nel 2021, solo per il fatto che sui social erano dichiarati tali. Criptovalute scherzose come dogecoin – su più del 1.900% nell’ultimo anno – hanno partorito una nuova classe di milionari. Un mercato per token non fungibili (NFT), o immagini digitali di oggetti come avatar di scimmie annoiate, d’improvviso a preso il sopravento. E strategie di investimento rischiose, incluso il trading di opzioni, sono esplose. Risultato: molti investitori dilettanti hanno comprato azioni in voga vicino alla cima dei rally, solo per vedere i prezzi (e con essi il proprio capitale) crollare rapidamente.
I numeri della mania
Secondo Devin Ryan, direttore della ricerca sulle tecnologie finanziarie di JMP Securities, solo nel 2020 più di 10 milioni di investitori individuali hanno aperto nuovi conti di intermediazione. A questi si aggiungono altri 15 milioni nel 2021. JPMorgan stima che gli investitori individuali hanno rappresentato più di un terzo dell’attività di trading giornaliero diverse volte negli ultimi 18 mesi, raggiungendo quasi il 40% delle azioni scambiate nei giorni di punta. Secondo la piattaforma VandaTrack di Vanda Research, gli investitori retail nel 2021 hanno acquistato un netto di 292 miliardi di dollari di azioni statunitensi e fondi negoziati in borsa. Cifra sette volte maggiore rispetto ai livelli registrati nel 2019 e che, guardando alla tendenza attuale, potrebbe aumentare nel corso del 2022, nonostante gli analisti si aspettino una strada più accidentata per le azioni statunitensi quest’anno e una maggiore volatilità. Volatilità di cui tuttavia gli investitori non sembrano aver paura. Gli otto maggiori giorni di acquisto per volume da parte dei retail l’anno scorso sono tutti coincisi con performance dell’S&P 500 inferiori al -1,3%.
Gestori in allerta
Ad avere paura sono invece le grandi banche e gli investitori istituzionali che se fino a poco tempo fa deridevano i piccoli trader giornalieri etichettandoli come “dumb money” ora invece li temono. Secondo un sondaggio di Bloomberg Intelligence, circa l’85% degli hedge fund e il 42% dei gestori patrimoniali stanno infatti monitorando le bacheche social di trading, nel tentativo di anticipare le mosse della massa online. Lo scorso settembre JPMorgan Chase & Co. ha introdotto un nuovo servizio che include informazioni su quali titoli i singoli investitori stanno probabilmente comprando e vendendo, così come quali settori e azioni sono oggetto di discussione sui social media. Secondo la banca, circa 50 clienti, tra cui alcuni dei più grandi gestori patrimoniali e quantistici, stanno testando il prodotto. “Il flusso dalla vendita al dettaglio non è qualcosa che puoi ignorare se sei un investitore professionale” ha affermato Chris Berthe, co-responsabile globale del trading di JP Morgan, intervistato dal Financial Times. “Si tratta di una classe di investitori completamente nuova che è emersa, ed è peraltro una classe di investitori che sta effettivamente investendo nella giusta direzione”.
Titoli a rischio
Ad ogni modo, le nuove possibili GameStop non sembrano essere troppe. Secondo un’analisi di Ihor Dusaniwsky, capo dell’analisi predittiva di S3 Partners, solo sette titoli nel mercato statunitense alla fine del 2021 avevano uno short interest del 40%. Cifra decisamente in calo rispetto ai 40 titoli all’inizio di gennaio 2020 e ai 19 titoli di gennaio 2021. E a differenza dei periodi precedenti, nessun titolo oggetto d’analisi ad oggi ha un interesse allo scoperto del 70%.