Per 17 anni, fino al 2019, la società non è mai riuscita a chiudere un esercizio in utile; ma le aspettative riposte sulla società dagli investitori sono, ormai da anni, molto elevate. Il rapporto prezzi/utili ttm, che è una misura assai diffusa per la valutazione dei titoli azionari, arriva, nel caso di Tesla, a quota 331 (alla chiusura del 25 ottobre). Per fare un confronto, il titolo Amazon, tipicamente considerato “costoso” secondo questo indicatore, ha un P/E ratio ttm di 57,85; Microsoft di 38,28; Apple è a 29,1. Volendo cercare paragoni nello stesso settore automobilistico, il P/E di Stellantis è a 4,31, quello di Daimler Mercedes a 6,68, quello di Bmw a 5,29 e anche il titolo Ferrari, piuttosto costoso con il suo rapporto di 43,50, è circa sette volte meno “costoso” rispetto a quello Tesla.
“Tesla è da diversi anni considerato un titolo ‘caro’. Basti pensare che i suoi multipli P/E hanno toccato valori superiori ai 1300, accompagnati da massimi storici di quotazione del titolo. Questo, però, non ha mai frenato la sua corsa”, ha dichiarato a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. Proprio la già citata Amazon sarebbe, secondo l’esperto, uno dei più noti precedenti della parabola di Tesla: “Amazon scambia da diversi anni su multipli alti. Solo per citare un esempio, a settembre 2015 il rapporto prezzo/utili era di 720 volte”.
“L’altissimo rapporto P/E dimostra a nostro avviso che il titolo continua a vivere di aspettative”, ha commentato a We Wealth Filippo Diodovich, market stratgist di IG, “gli investitori credono che i tassi di crescita di utili e ricavi saranno elevatissimi nei prossimi anni e continuano a scommettere sulla capacità del gruppo di Elon Musk di continuare la propria espansione. Il mega ordine di Hertz (100 mila unità) conferma che la domanda di auto elettriche sarà sempre più forte e potrebbe scatenare una reazione a catena con altre aziende alla ricerca di contratti con Tesla”.
Questo basta, però, a giustificare gli entusiasmi? Secondo IG, tutto dipenderà da quanto crescerà il ritmo di produzione di Tesla. “Nel lungo periodo, Elon Musk dovrà continuare ad aumentare la produzione ad un ritmo ancora più veloce rispetto agli ottimi risultati evidenziati nel 2021. Le consegne di autovetture nel 2020 erano state pari a 500 mila unità, nel 2021 dovrebbero attestarsi ben al di sopra delle 800 mila. L’obiettivo di Musk dovrà essere di superare di molto il milione di autovetture per rispettare le aspettative di mercato”.
Nel frattempo, non mancano, come non sono mai mancati gli investitori che scommettono sul crollo di Tesla. “Applicare metriche standard” come il P/E, “su titoli disruptive crea spesso distorsioni. Un simile approccio, ad esempio, avrebbe già sconsigliato in passato investimenti sul titolo Tesla, così come su Amazon e molte big tech americane”, ha affermato Debach, “la domanda corretta per tali società è più riferita al rapporto rischio/rendimento. Fino a dove può arrivare il titolo e quanto invece potrebbe scendere? Assumere una posizione short (come fatto ad esempio da Michael Burry) pone già di per sé alti rischi, nonché alti costi giornalieri”.