Nelle ultime settimane si è assistito ad un intensificarsi del sell-off sui bond governativi. Il decennale del Tesoro americano è salito dallo 0,9% di inizio anno al 1,4% di mercoledì
Secondo Giacomo Alessi, senior fixed income analyst di Marzotto Sim, inflation-linked, high yield, convertibili e subordinate sono le obbligazioni che più coprono dal rischio inflazione
Le inflation-linked per restare a galla
Secondo Giacomo Alessi, senior fixed income analyst di Marzotto Sim, restando in ambito obbligazionario ci sono diversi strumenti per proteggersi da un ritorno dell’inflazione. Il primo e più adeguato sono le inflation-linked, obbligazioni che pagano la cedola e rimborsano il capitale in funzione del livello dei prezzi nel sistema. “Le prime obbligazioni di questo tipo sono state le Gilts emesse dalla Bank of England negli anni ’80. Nel corso degli anni questo mercato si è molto sviluppato: quasi tutti i governi ad oggi emettono questo tipo di obbligazioni. Il mercato di riferimento sono i Tips statunitensi, ma anche alcuni paesi europei sono in una posizione di avanguardia. L’Italia è uno dei pochi paesi che emette due tipi diversi di bond legati all’aumento dei prezzi: il Btpei, legato all’inflazione europea, e il Btp Italia, legato all’inflazione domestica. Sono inoltre inflation-linked uniche nel loro genere perché c’è un floor deflativo, ovvero se ci dovesse essere un evento deflativo nel corso della vita del bond, questo non si svaluterebbe”.
High yield e convertibili una buona opzione
Una seconda opzione sono i titoli high yield. “In questo caso la scelta più oculata sarebbe quella di prendere esposizione su titoli a più alto rendimento con duration bassa” continua Alessi che aggiunge: “titoli BB o BB+ con una scadenza non superiore ai cinque anni sono ideali: sfruttano il maggiore appetito per il rischio che si verifica quando c’è inflazione e prottegono da eventuali rialzi dei tassi di interesse nel breve periodo”. Terza opzione sono obbligazione strutturate, come le convertibili e le subordinate, a patto di un’attenta analisi sul singolo emittente: “Le prime beneficerebbero di un sottostante – l’azionario – che dovrebbe performare con un ritorno dell’inflazione. Le seconde, essendo strumenti con più alto livello di rischio incorporato, si dovrebbero apprezzare per via dei maggiori acquisti”. Per uno strumento obbligazionario da sovrapesare, ve n’è uno da sottopesare. “Le obbligazioni da cui stare lontani sono le governative, che presumibilmente continueranno ad essere oggetto di sell-off, e quelle a tasso variabile, dato che le banche centrali non sembrano essere intenzionate ad aumentare i tassi nei prossimi anni”.
I vantaggi di etf e fondi comuni
Infine, il canale d’investimento migliore per gli investitori retail per esporsi sull’obbligazionario, sono gli etf e i fondi comuni. “Rispetto a un acquisto diretto del titoli, queste soluzioni hanno due vantaggi: permettono una diversificazione, fondamentale per certi strumenti come l’high yield, dove il rischio di default è maggiore, e hanno un prezzo di accesso molto inferiore rispetto ai singoli titoli”. Infine, secondo Alessi, materie prime e azionario (al netto di un aumento dei tassi) saranno le due asset class che più proteggeranno dall’aumento dei prezzi.