Ginevra Elkann. © Laura Sciacovelli
Un’esposizione che «celebra un’idea alta e generosa del collezionismo privato. Un’idea incentrata sulla condivisione col mondo di un tesoro d’arte e di bellezza raccolto negli anni con passione, cultura e profonda dedizione», dice Ginevra Elkann, presidente della Fondazione Agnelli.
Foto ©Teresa Scarale
La mostra, visitabile dal 16 ottobre 2021 e fino al 13 febbraio 2022, è stata curata da Daniela Ferretti con l’allestimento disegnato da Marco Palmieri, il contributo del main partner Fiat e Mondo Mostre. L’evento giunge alla chiusura di un ciclo quasi ventennale, sottolinea la presidente. La Pinacoteca Agnelli nasce infatti nel 2002 da una selezione di opere dalla collezione privata di Gianni e Marella Agnelli, collocate all’ultimo piano del Lingotto in una struttura progettata da Renzo Piano. Oggi, con l’inaugurazione nel settembre 2021 di Casa 500 e Pista 500, «anche la pinacoteca esce sulla pista», prosegue Ginevra Elkann.
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«Il Lingotto resta parte del tessuto urbano e vi apporta nuova energia». Il riferimento è anche al «parco pensile progettato da Benedetto Camerana e Cristiana Ruspa, posto intorno alla Pista 500», suggestiva cornice sul tetto del Lingotto.
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Desiderio della Fondazione Agnelli è «vedere la pinacoteca popolarsi di famiglie, di bambini, di persone, all’insegna di una nuova visione del mondo». Con la mostra dedicata alla Fondation Maeght si chiude anche il percorso «prezioso» di Marcella Pralormo, direttrice della pinacoteca fin dalla prima ora su incarico diretto di Gianni e Marella Agnelli.
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Un’esperienza che la Elkann ricorda fatto di «impegno, determinazione, passione» e di grande attenzione al disegno delle attività didattiche. Con un milione di visitatori e 33 mostre all’attivo, la Pinacoteca Agnelli è oggi «pioniera nell’ambito degli studi del collezionismo privato».
Il parco di Pista 500 è invece puntellato da nove sculture, allestite dall’architetto Marco Palmieri. La selezione è ridotta nel numero, ma non nella qualità. Queste opere sono infatti lavori di artisti amici intimi della coppia di collezionisti. Ci si imbatte dunque in due bronzi e in una colorata lamiera di Miro?, nei grandi bronzi di Ossip Zadkine e Jean Arp, in Jean-Paul Riopelle, Claude Viseux, Norbert Kricke e Barbara Hepworth.