Per il momento, l’80,6% delle aziende dell’indice S&P 500 ha superato le aspettative degli analisti, superando ampiamente la media di lungo termine del 66%
Tuttavia, l’entusiasmo degli investitori ha portato l’indice S&P 500 sui multipli più elevati dal febbraio 2022
Dopo averne toccato brevemente la soglia nel corso della seduta di giovedì, l’S&P 500 ha aperto la giornata sopra quota 5.000 punti, toccando un nuovo massimo intraday. La forza dell’economia americana, testimoniata da una lettura molto forte e superiore alle attese dei nuovi dati occupazionali, si sta coniugando a trimestrali solide sul fronte societario.
Ad aver dato nuovo slancio alle azioni è stata la revisione al ribasso dell’ultimo dato sull’inflazione al consumo di dicembre, il cui tasso mensile è sceso dallo 0,3% stimato in precedenza allo 0,2%. Un’inflazione meno elevata accresce, nelle aspettative dei trader, l’ipotesi che la Federal Reserve possa presto decidere il suo primo taglio ai tassi d’interesse, un provvedimento che di solito offre nuovo slancio alle azioni perché “sconta” i flussi di cassa futuri della aziende incrementando la redditività. Allo stesso tempo, il calo dei rendimenti dei Buoni del Tesoro, che si accompagnerebbe alla riduzione del costo del denaro, renderebbe relativamente più attraente l’investimento in azioni.
Il traino degli utili societari
Il tasso di crescita degli utili combinati del quarto trimestre, per le 319 aziende dell’S&P 500 che hanno pubblicato i dati, risulta del 9% e arriva al 12,5% se si esclude il settore energetico secondo Lseg (ex Refinitiv Lipper). Per il momento, l’80,6% delle aziende dell’indice S&P 500 ha superato le aspettative degli analisti, superando ampiamente la media di lungo termine del 66%.
“Il superamento della soglia dei 5.000 punti per l’S&P 500 rappresenta una pietra miliare e una testimonianza della resilienza del mercato finanziario di fronte alle sfide globali”, ha affermato l’analista di mercato di eToro, Gabriel Debach, “dal marzo 2021, quando l’indice superò i 4.000 punti, ci sono state sfide significative” tra cui “aumenti di 525 punti base nei tassi d’interesse, preoccupazioni inflazionistiche ed energetiche, una recessione degli utili dell’S&P 500, una crisi bancaria e tensioni geopolitiche, solo per citarne alcune”. Le azioni americane hanno raggiunto nuovi livelli record cogliendo di sorpresa la gran parte degli osservatori, che a fine 2022 avevano previsto che i ripetuti aumenti dei tassi avrebbero portato gli Stati Uniti in recessione, con una conseguenze virata a Sud degli indici.
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Quanto può durare l’euforia?
E’ un entusiasmo giustificato? “La situazione sembra complessa da decodificare: da un lato, i dati economici mostrano una resilienza del mercato del lavoro; dall’altro, le aziende continuano a segnalare licenziamenti e i temi dei tagli dei costi e delle ristrutturazioni emergono come uno dei principali argomenti nella stagione degli utili del quarto trimestre”, ha commentato Debach. “L’ultimo rapporto sul mercato del lavoro Usa ha visto l’economia a stelle e strisce aggiungere a gennaio ben 353.000 lavori, il doppio della stima di consenso”, ha aggiunto, “questo è stato il guadagno mensile più forte in più di un anno e il secondo mese consecutivo sopra le 330.000 unità.
L’andamento degli utili aziendali, in questa fase migliori del previsto, è considerato uno degli elementi più importanti in un orizzonte di lungo periodo. Tuttavia, l’entusiasmo degli investitori ha portato l’indice S&P 500 sui multipli più elevati dal febbraio 2022, con un rapporto di oltre 20,3 volte fra prezzi e utili previsti a 12 mesi. Il rischio che può presentarsi all’orizzonte è che i tagli dei tassi attesi dai mercati, potranno essere inferiori a quelli attesi dal mercato: quando le valutazioni sono particolarmente elevate il rischio di correzione, in generale, aumenta.