Ultra ricchezza e diseguaglianza elevate più che mai

Il trend era già in atto da anni: la divaricazione della forchetta ultra ricchi – ultra poveri. Poi, è arrivato il covid a esacerbare le diseguaglianze, oggi pari ai livelli di inizio XX secolo, “al picco dell’imperialismo coloniale”, come scrivono gli autori del report World Inequality Report 2022. La pubblicazione, fra i cui autori figurano anche Abhijit Banerjee e Esther Duflo, premi Nobel 2019 per i loro studi sulla povertà, evidenzia che attualmente il 10 per cento della popolazione detiene il 52 per cento dei redditi prodotti e il 76 per cento della ricchezza globale.

Come si può notare dalla figura, al 50% meno abbiente della popolazione globale spetta l’8,5 per cento del reddito complessivamente percepito e solo il 2 per cento delle ricchezze.

Qualche altro numero: la lista dei miliardari dell’ultimo anno include 2755 individui i quali cumulativamente detengono 13.100 miliardi di dollari. Nel 2021 la cifra si fermava a 8000 miliardi. I miliardari nel 2021 posseggono il 3,5 per cento della ricchezza mondiale, dal 2 per cento del 2020. in particolare, lo 0,01 per cento dei più ricchi – un totale di 520.000 persone – ha il controllo dell’11 per cento della ricchezza globale; nel 2020 la quota era del 10 per cento. Appartenere allo 0,01 per cento vuol dire, secondo il report, poter disporre di 19 milioni di dollari spendibili.

Dal punto di vista geografico, si registra una certa variabilità della diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza all’interno delle regioni. L’Europa è l’area relativamente più egualitaria, con il 10 per cento dei più ricchi che possiedono il 36 per cento del reddito. La regione più diseguale è quella mediorientale e nordafricana, con il 10 per cento più ricco che ha all’attivo il 58 per cento del reddito totale prodotto in quei paesi.