“Un’altra fase di questa operazione sta iniziando e sono sicuro che questo sarà un momento molto importante per tutta questa operazione speciale”: così il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha confermato il lancio di una nuova offensiva nel Donbass e nell’Ucraina orientale.
Anche il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato in nuovo videomessaggio che una nuova offensiva è partita nella notte di lunedì 18 aprile. Lo Stato maggiore dell’esercito ucraino ha parlato esplicitamente di “una nuova fase” nella quale “gli occupanti hanno fatto un tentativo di sfondare le difese” ucraine “lungo quasi tutta la linea del fronte nelle regioni di Donetsk, Lugansk e Kharkiv”.
Il ritiro delle truppe russe dall’area della capitale Kiev e dalle altre regioni del Paese è stata una mossa volta a concentrare il fuoco sugli obiettivi militari cruciali della campagna del Cremlino, che prima di lanciare la sua invasione aveva riconosciuto le due repubbliche filorusse di Lugansk e Donestk. Nel frattempo, il Pentagono ha dichiarato che, prima dei nuovi attacchi, la Russia ha considerevolmente aumentato le truppe schierate in Ucraina, con un un incremento di 8-11mila nuovi soldati.
All’inasprimento delle operazioni militari russe potrebbe presto fare seguito una nuova stretta delle sanzioni occidentali: di questo parleranno il 19 aprile il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente americano Joe Biden assieme con i leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Romania, Giappone, e i vertici Nato e della Commissione europea.
I contraccolpi in Borsa
L’ulteriore allontanamento della soluzione diplomatica e la possibilità di nuove sanzioni ha colpito le Borse europee, che già stavano attraversando una fase di debolezza.
L’Euro Stoxx 600 ha attraversato la prima metà della seduta di martedì 19 aprile aggravando progressivamente le perdite, superiori al punto percentuale; mentre Piazza Affari era in rosso dell’1,9%. Nel corso della seduta le azioni europee si sono avvicinate ai livelli pre-invasione annullando quasi completamente i guadagni che, in modo un po’ inaspettato, erano seguiti all’iniziale crollo post-invasione. Rispetto ai massimi toccati dall’inizio della guerra, il 5 aprile, l’Euro Stoxx 600 ha ceduto l’1,88%.
Nel caso del Ftse Mib, i livelli del 23 febbraio, antecedenti all’avvio della campagna militare russa, non erano mai stati rivisti nelle settimane successive complice l’elevato impatto subito dal comparto bancario.
Un percorso di rafforzamento, invece, ha caratterizzato le settimane post-invasione per l’oro, con il bene rifugio in rialzo del 3,57%, dal 23 febbraio al 19 aprile.
Le conseguenze del conflitto in Ucraina hanno peggiorato di nove decimali la nuova previsione sul Pil 2022 da parte della Banca Mondiale, che il 18 aprile l’ha ribassata al 3,2%. Il 19 aprile, invece, il Fondo monetario internazionale ha abbassato le sue previsioni sulla crescita mondiale da +4,4% a +3,6%. Per l’Italia e la Germania ci sono state le revisioni al ribasso più severe, con un taglio da 1,5 e 1,7 punti percentuali e tassi di crescita previsti, rispettivamente, del 2,3% e del 2,1%.
“La settimana trascorsa avevamo sottolineato come, in misura sempre maggiore, gli investitori si stessero posizionando sui settori azionari più difensivi e, in generale, avessero continuato ad uscire dall’obbligazionario, dando vita alla maggior correzione sul reddito fisso americano dal 1982. Alla chiusura di venerdì, il drawdown massimo dall’inizio dell’anno è stato nuovamente aggiornato, con la flessione dell’US Barclays Aggregate Index arrivata al 10,6%, massimo dal 1980”, ha dichiarato Edoardo Fusco Femiano, analista e consulente presso DLD Capital Scf, ribadendo come un obbligazionario così debole non potrebbe non contagiare in qualche modo anche il mercato azionario.
“I vincitori della reflazione, come i settori dei materiali ed energetici, hanno continuato a sovraperformare”, ha commentato l’analista di eToro, Gabriel Debach, rilevando, invece, “maggiori vendite nel comparto sanitario”.