In media, ogni settimana viene colpita (non necessariamente con successo) un’organizzazione su 40, con una maggiore incidenza per governi e strutture militari (una su 24 alla settimana); istruzione/ricerca (una su 30) e sanità (una su 31)
Australia e Nuova Zelanda risultano l’area caratterizzata dal maggior incremento degli attacchi nel secondo trimestre, con un balzo dell’82%
Crescono in tutto il mondo gli attacchi informatici di tipo ransomware, incluso per il settore bancario e finanziario che vede colpita, ogni settimana, una società su 41. E’ quanto ha calcolato il Check Point Research, il ramo di ricerche della Check Point Software Technologies, società fornitrice di servizi di sicurezza informatica quotata al Nasdaq.
A livello globale gli attacchi informatici sono aumentati del 32% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2021, con un incremento dei ransomware del 59%. Quest’ultima tipologia di attacco punta a bloccare i sistemi informatici dell’organizzazione bersaglio, cui viene data la possibilità di riprenderne il controllo in cambio del pagamento di un riscatto. Scaduto il tempo a disposizione, l’organizzazione criminale procede con la distruzione dei dati, provocando danni ingenti – decisamente superiori a quelli del pagamento del riscatto, che può essere oggetto di copertura assicurativa.
In media, ogni settimana viene colpita (non necessariamente con successo) un’organizzazione su 40, con una maggiore incidenza per governi e strutture militari (una su 24 alla settimana); istruzione/ricerca (una su 30) e sanità (una su 31).
Se si guarda agli incrementi più significativi osservati nel secondo trimestre si nota il crescente interesse da parte degli hacker specializzati in riscatti per il settore delle catene di vendita al dettaglio (+182%), seguito dal settore dei distributori e system integrator (+143%), e dal settore governativo/militare (+135%). Il settore finanziario e bancario ha subito, invece, un incremento degli attacchi ransomware del 42%.
Attacchi informatici per organizzazione
A livello
geografico il continente più colpito risulta essere l’Africa, con
1.758 attacchi settimanali per ciascuna organizzazione, seguita da
Asia, America Latina ed Europa – lo ricordiamo, il dato è
rapportato al numero di organizzazioni e non è assoluto, in modo da
dare una più precisa rappresentazione del rischio per ciascuna
impresa. Australia e Nuova Zelanda risultano l’area caratterizzata
dal maggior incremento degli attacchi nel secondo trimestre, con un
balzo dell’82%.
“Gli attacchi
ransomware non mostrano segni di rallentamento. In questo momento,
ogni settimana, 1 organizzazione su 40 da noi monitorata viene
colpita da ransomware, con un aumento del 59% su base annua. Gli
hacker stanno ancora sfruttando l’espansione della superficie
d’attacco dovuta dal remote working e learning, ma anche la guerra
tra Ucraina e Russia fa crescere questo trend, in quanto l’aumento
delle tensioni geopolitiche spinge gli hacker a schierarsi”, ha
commentato Omer Dembinsky, Data Group Manager di Check Point
Software. “La disponibilità delle organizzazioni a
soddisfare le richieste di riscatto per proteggere i sistemi ha
dimostrato che il business del ransomware è altamente redditizio. Di
conseguenza, gli hacker continuano a investire risorse per colpire le
organizzazioni sanitarie. Raccomandiamo vivamente di prendere nota
dei nostri consigli per la ransomware prevention, come il backup dei
dati, l’update dei sistemi e la formazione dei dipendenti per
renderli più consapevoli.”