- Cinzia Tagliabue, vicepresidente di Assogestioni intervenuta al Salone del risparmio, ricorda come nei conti correnti dei cittadini italiani giacciono 1.500 miliardi di euro
- Ragaini (Aipb): “Dobbiamo aiutare i clienti a essere più pazienti, mobilitando la ricchezza finanziaria verso ambiti più produttivi”
1.500 miliardi di euro: è la cifra che giace attualmente nei conti correnti dei cittadini e delle cittadine italiane e che rischia di essere erosa dall’inflazione. Ed è la cifra da cui l’industria del risparmio gestito dovrebbe partire, al fine di “canalizzarla al meglio con un orizzonte di lungo periodo”, secondo Cinzia Tagliabue, vicepresidente di Assogestioni intervenuta in occasione della conferenza plenaria di apertura della XV edizione del Salone del risparmio. “I risparmiatori si sono sempre più concentrati su investimenti nel reddito fisso, anche a discapito dell’azionario. Dobbiamo focalizzarci sulle origini di questa eccessiva prudenza e trovare nuovi modi di aiutarli a sfruttare le occasioni che emergono anche da fasi di volatilità sui mercati finanziari come quella attuale”, sostiene Tagliabue.
Le linee guida per portafogli “pazienti”
A intervenire sul tema anche Andrea Ragaini, presidente dell’Associazione italiana private banking, che ricorda come la ricchezza delle famiglie italiane sia cresciuta del 36% nell’ultimo ventennio. Una crescita importante, ma che pone il Belpaese in fondo alla classifica se lo si confronta con i “cugini” europei, dalla Spagna alla Francia. “Come private banking possiamo fare molto per aiutare i clienti a essere più pazienti, mobilitando la loro ricchezza finanziaria verso ambiti più produttivi. Noi ci siamo dati tre linee guida per accompagnarli verso una pazienza virtuosa: aumentare la protezione per liberare risorse da investire e avere più equity e più mercati privati in portafoglio, che oltre a far bene alla clientela fanno bene anche al nostro Paese”, afferma Ragaini.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
In questo contesto, secondo Ragaini, l’intelligenza artificiale può essere in grado di potenziare il rapporto tra cliente e banker. “Creando una sorta di esoscheletro, con la parte umana che resta fondamentale per interpretare sempre di più i bisogni della clientela e traghettarla verso soluzioni costruite su misura”, dichiara il presidente di Aipb. A toccare il tema della tecnologia è anche Alessandro Foti, ceo e direttore generale di FinecoBank, ricordando i tre errori in cui l’industria rischia di inciampare.
La trasparenza indotta dall’innovazione
“Il primo errore da non commettere è pensare che il principale elemento di cambiamento sia quello normativo. In realtà, i cambiamenti più impattanti sull’industria sono quelli che arrivano dal basso, dal consumatore finale”, dice Foti. “Un secondo errore è pensare che i grandi cambiamenti tecnologici avvengono in maniera lineare, quando in realtà sono attraversati da discontinuità. Il terzo punto riguarda infine la trasparenza indotta dall’innovazione: occorre evitare l’errore di viverla come una minaccia. Più l’industria diventerà trasparente, più magari perderà alcune marginalità ma allargherà la torta di riferimento, rafforzando la fiducia della clientela”, sostiene l’amministratore delegato.
Secondo Foti, l’attuale contesto di turbolenza sui mercati finanziari rappresenta tra l’altro “un’occasione straordinaria” per riportare al centro del dibattito la variabile del tempo. “Il tempo può essere il più grande alleato di un risparmiatore, ma anche il più grande nemico. L’effetto della capitalizzazione composta può essere incredibilmente positivo, se fa leva sui giusti investimenti. È evidente che siamo tutti consapevoli che sul lungo periodo il miglior modo per proteggere il proprio patrimonio dall’inflazione e valorizzarlo è investire sull’economia reale”, afferma Foti. Poi conclude: “Occorre ribadire questi concetti e aiutare i clienti a comprendere che la pazienza è la vera strada per un buon ritorno”.