I gestori di fondi hanno alzato i giri del motore a marzo, mostrando la propensione al rischio più forte dal novembre 2021. L’ultimo sondaggio dei gestori di fondi globali condotto da Bank of America ha rilevato un ottimismo sempre più convinto sull’andamento dell’economia globale, con due terzi degli intervistati che ritengono improbabile una recessione nei prossimi 12 mesi. In linea con questa visione sempre più positiva, le aspettative sui profitti aziendali hanno raggiunto i massimi degli ultimi due anni.
Anche per i gestori di fondi europei l’orientamento generale si è spostato verso territori positivi: il 21% netto degli intervistati nel Vecchio Continente crede che nei prossimi 12 mesi l’economia europea sarà più robusta, rispetto all’11% rilevato a febbraio. Mentre rimane invariata all’11% la quota di gestori europei che prevede un rallentamento brusco dell’economia globale (“atterraggio duro”), aumenta dal 19 al 23% la schiera di coloro che non vedono alcun rallentamento all’orizzonte (“no landing”). L’atterraggio morbido rimane lo scenario che raccoglie il maggior consenso tra i gestori, con il 62%.
Il 64% dei gestori ritiene che le azioni europee possano continuare a salire nel breve termine, in forte aumento rispetto al 43% rilevato a febbraio, mentre l’88% prevede un rialzo nei dodici mesi a venire, il dato più elevato dal gennaio 2022 (in aumento dal 78% della precedente rilevazione).
Piazza Affari resta la meno amata in Europa
Piazza Affari rimane la meno amata in Europa. Fra le principali piazze borsistiche europee, è quella meno apprezzata dai gestori del Vecchio Continente, con una percentuale netta di “sottopeso” in portafoglio cresciuta ulteriormente fino a sfiorare il 25%. Sul versante opposto, le Borse che piacciono di più nell’orizzonte a 12 mesi risultano adesso Parigi e Londra, entrambe in forte ascesa rispetto alla rilevazione di febbraio.
In termini settoriali, sembra emergere un atteggiamento ambivalente verso il comparto bancario. Rispetto a febbraio, l’allocazione netta è diventata negativa sul settore, il che dovrebbe indicare una previsione di debolezza per le azioni bancarie. Al tempo stesso, però, la quota di gestori che reputa il settore ancora attrattivo è salita dal 30 al 42% (quasi stabile il gruppo di parere opposto, al 45%).
In generale, i gestori europei hanno scommesso in modo ancor più deciso sul comparto tecnologico, che ha superato le assicurazioni in termini di sovrappeso di portafoglio; i tre settori meno apprezzati risultano, invece, chimica, vendite al dettaglio e automotive.
Gestori divisi sull’AI in “bolla”
Tornando al sondaggio sui gestori a livello globale, è emersa una forte polarizzazione sulle possibilità che il rally guidato dall’intelligenza artificiale si riveli una bolla finanziaria: il 45% dei gestori non crede si tratti di una speculazione, mentre una percentuale appena più bassa (40%) sposa proprio questa tesi. La posizione rialzista sulle Magnifiche 7 resta l’investimento più affollato secondo il 58% dei gestori, anche se in leggero calo rispetto a febbraio. Molto meno convinta, inoltre, la scommessa ribassista sulle azioni cinesi, la seconda più comune davanti alla posizione lunga sull’azionario giapponese, in crescita.
Complice il miglioramento delle previsioni sull’andamento dell’economia, l’Eurozona è stata la principale area geografica verso la quale i gestori globali hanno spostato capitali fra febbraio e marzo, davanti ai mercati emergenti. In parallelo, si sono alleggerite le posizioni sugli Stati Uniti.
Poco cambia, però, sulle scommesse complessive: a confronto con l’allocazione media dell’ultimo ventennio, le obbligazioni restano la principale esposizione dei gestori globali, davanti all’area geografica Usa e il settore delle telecomunicazioni.