Con una sanità pubblica che attira una quota sempre più bassa del budget governativo, gli italiani si assicurano sempre di più per la malattia. E, anche se i numeri restano contenuti in assoluto, la consulenza finanziaria si occupa sempre di più anche della salute dei propri clienti. Se si considerano i primi nove mesi dell’anno, le assicurazioni malattia vendute dai consulenti finanziari abilitati sono più che raddoppiate in volume rispetto allo stesso periodo dell’ultimo anno pre-Covid, passando da 29,3 a 59 milioni di euro in premi raccolti. Nel frattempo, la quota di mercato dei consulenti sulle assicurazioni malattia di imprese italiane ed extra-Ue è salita dall’1,4 all’1,9% fra il 2019 e il 2024. Lo mostrano le elaborazioni di We Wealth sui dati forniti dall’Ania.
L’opportunità colta dai consulenti finanziari si inserisce in un trend favorevole per le polizze salute, il cui ritmo di crescita sta aumentando molto più della media della raccolta danni non auto. Se nei primi nove mesi del 2019 si erano vendute polizze malattia per 2,09 miliardi di euro, quest’anno l’asticella è salita a oltre 3,1 miliardi: un aumento cumulato superiore al 48%. Solo nel confronto tra il 2024 e il 2023, le polizze malattia hanno registrato un incremento dei nuovi premi dell’11,7%, contro una media del +6,8% per tutti i rami danni non auto.
Gli italiani, insomma, si stanno assicurando sempre di più per tutelare la propria salute, e lo shock del Covid-19 potrebbe non essere l’unico fattore scatenante, ma anche un minore impulso della spesa pubblica sanitaria. Infatti, i dati Ocse indicano chiaramente che lo Stato italiano si sta muovendo in controtendenza rispetto agli altri grandi Paesi del mondo, essendo l’unico che nel 2022 ha destinato alla sanità una quota del proprio budget governativo significativamente più bassa rispetto al 2015 (12% della spesa pubblica contro il 13%).
Il confronto con le grandi economie europee, poi, mostra come l'Italia nel 2022, già prima del governo Meloni, spendeva in sanità una quota del proprio Pil nettamente inferiore a quella di Francia, Germania e Spagna e al di sotto della media Ue.
Il Private e la protezione salute: come si sta muovendo Unicredit
“Le indagini di mercato più recenti confermano che, post pandemia, l’attenzione alla salute è aumentata notevolmente e che anche i clienti private hanno maturato una elevata percezione del rischio e una maggiore consapevolezza della necessità di adottare soluzioni di protezione per sé e per la propria famiglia”, ha dichiarato a We Wealth Luciano Resciniti, responsabile Private Banking Sales di UniCredit. “I nostri clienti, nonostante dispongano di risorse finanziarie significative, attribuiscono un importante valore aggiunto alle coperture sanitarie per una molteplicità di fattori quali, ad esempio, la riduzione del bisogno di liquidità precauzionale e immediata per affrontare costi medici inattesi e il preservare una elevata qualità della vita grazie alla possibilità di accedere a cure mediche d’eccellenza e a network sanitari dedicati”.
Secondo l'Indagine sulla clientela Private in Italia, AIPB–Bva Doxa, emerge che circa 3 clienti private su 4 hanno maturato la consapevolezza che, prima di ragionare sugli investimenti, occorre coprirsi dai rischi, ha ricordato Resciniti. Inoltre, l’80% dei clienti pensa spesso al futuro, anche guardando avanti nei decenni, ponendo al primo posto fra le proprie priorità di vita quelle della salute e della cura della persona.
A proposito della crescente richiesta di polizze malattia da parte degli italiani, Resciniti ha fatto sapere come UniCredit abbia “già da qualche anno riorientato il modello di offerta proprio per cogliere appieno il potenziale di crescita che esprime il segmento, in un business dove 'vince chi arriva per primo'”.
In questo campo, più che una spinta della banca, “sono i clienti stessi che esprimono un bisogno” di protezione sanitaria, ha aggiunto Resciniti. “Su questo fronte il private banking gioca un ruolo privilegiato grazie alla combinazione di fattori quali centralità del banker, prossimità, continuità e fiducia”. La spinta verso la cosiddetta private protection ha attirato da alcuni anni l'attenzione degli addetti ai lavori, nella logica di fornire ai clienti della consulenza finanziaria di alto profilo non solo la gestione della ricchezza investita sui mercati, ma anche di tutto quello che attiene, o può intaccare, il patrimonio.
“In UniCredit la copertura sanitaria si posiziona al centro dell’offerta di protezione per i clienti private”, ha affermato Resciniti, “per rispondere ai loro bisogni sul tema con soluzioni che consentano loro di prendersi cura della propria salute in maniera specifica e tempestiva”, attraverso polizze ad elevate garanzie “pensate per la prevenzione annuale”. Mentre nel ramo vita UniCredit ha annunciato la messa in opera di una piena internalizzazione del business, sul fronte della protezione, inclusa quella salute, resta in campo la partnership con Allianz.