Vendere per emulare?
In microeconomia, è il tipico fenomeno dei “follower”: il non innovatore, colui che segue semplicemente chi ha fatto la prima mossa. Un simile fenomeno sta accadendo nel mercato dell’arte per quanto riguarda René Magritte (1898-1967) e uno dei suoi capolavori, L’impero delle luci, titolo che denomina una serie di 17 dipinti a olio composti fra il 1949 e il 1961 (altri dieci furono dipinti a guazzo). Nel marzo 2022 da Sotheby’s uno degli ultimi esemplari della serie raggiungeva l’esorbitante cifra di 79,3 milioni di dollari, diventando uno dei quadri più costosi di tutti i tempi e mettendo a segno il record personale per l’artista. Poco più di un anno dopo, ne veniva messo in vendita un altro esemplare, sempre da Sotheby’s, aggiudicato poi a 42.273.000 dollari. Oggi tocca a un terzo esemplare, in realtà il primo completato della serie (non il primo che il maestro iniziò). Andrà infatti in asta da Christie’s New York durante la consueta marquee week, il prossimo 9 novembre 2023. La stima di partenza è nella forchetta di 25-35 milioni. Dopo la novità del primo pezzo messo in asta e il conseguente “following” di altri venditori, le quotazioni sono su una traiettoria discendente, benché multimilionaria. Il primo proprietario dell’opera che si appresta ad andare in scena fra tre settimane fu il banchiere Nelson A. Rockefeller.
L’Empire des lumières di Magritte e lo sconcerto della normalità
L’impero delle luci è uno degli esempi più raffinati della poetica dell’artista. La coesistenza del mistero della notte e della chiarità del giorno nello stesso istante, sconcerta. Come spiegava lo stesso Magritte, il potere di opere come L’empire des lumières risiede nel trasformare in modo inatteso la familiarità e la quotidianità del mondo che ci circonda. La precisione dei dettagli ispessisce l’inquietudine dell’atmosfera, che da ordinaria diventa il suo opposto. Tutte le tele del gruppo presentano delle varianti di composizione, ma la giustapposizione fra cielo chiaro e terra cupa, permane.
Chiosa Max Carter, vice presidente di Christie’s per l’arte del XX e XXI secolo: «Nel 1949, Magritte intraprese la serie di 17 dipinti che lo avrebbero definito. In precedenza nelle collezioni di Nelson Rockefeller e Daniel Filipacchi, L’empire des lumières ha introdotto questa serie ormai iconica al mondo, battendo (all’epoca, ndr) il record per qualsiasi opera di Magritte nella sua unica apparizione in asta (nel 2017, ndr). Siamo profondamente onorati di offrire questo storico capolavoro a novembre». Versioni de L’empire des lumières sono state acquistate da altri importanti mecenati come Jean e Dominique de Menil, Harry Torczyner, Peggy Guggenheim. Tre dei 17 dipinti della serie L’impero delle luci compaiono top ten personale dell’artista.
I 7 quadri più costosi di sempre di René Magritte
L’importanza collezionistica de L’impero delle luci è testimoniata dalla triplice presenza dell’opera nella top 7 dei dipinti più cari di René Magritte.
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Sette. Empire des lumières, 1949, 20,5 milioni di dollari
Christie’s 13/11/2017. È lo stesso che è appena stato messo in vendita. Si tratta della prima opera della serie iconica che l’artista sviluppò nei 15 anni successivi. Nel 1950, il dipinto fu acquistato da Nelson Rockefeller, il capo della famosa famiglia di industriali, politici e banchieri dell’epoca. Altre copie originali si trovano nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art di New York e del Museo Reale delle Belle Arti del Belgio.
Sei. L’arc de trionphe, 1962, 22,4 milioni di dollari
Sotheby’s Londra 10/7/2020. In questa occasione i dipinto appare per la prima volta in asta dopo 28 anni.
Cinque. Le lieu commun, 1964, 24,3 milioni
Christie’s Londra 27/02/2019. Il luogo comune: il quadro regala la consueta ambiguità: la figura dell’uomo con la bombetta appare e allo stesso tempo scompare, si rivela e svanisce sullo sfondo di un luogo che è al contempo sia città che foresta. Per la prima volta in asta.
Quattro. A la rencontre du plaisir, 1962, 24,6 milioni
Christie’s Londra 5/2/2020. Verso il piacere: è uno dei quadri acquistati direttamente dall’artista, rimasto nella stessa collezione per oltre 50 anni prima di essere messo all’asta in questa occasione.
Tre. Le principe du plaisir, 1937, 26,8 milioni
Sotheby’s New York 12/11/2018. È un ritratto su commissione dell’ereditiere Edward James, uno dei più importanti mecenati dei surrealisti, presentato a Magritte da Salvador Dalí proprio nel 1937. Il dipinto si ispira a una fotografia scattata da Man Ray seguendo le istruzioni del pittore, che in realtà aveva già immaginato quest’opera come testimonia uno schizzo risalente all’anno precedente, eseguito in onore del poeta Paul Eluard.
Due. Empire des lumières, 1951, 42,2 milioni
Sotheby’s New York, 16/05/2023. Apparteneva alla collezione privata del discografico Mo Ostin (1927-2022) ed è stato venduto nella serata dedicata alla dismissione della stessa.
Uno. Empire des lumières, 1961, 79,3 milioni
Sotheby’s Londra 02/03/2022. È fra gli ultimi della serie e i più grandi, capace di incamerare 19 milioni in più oltre la stima alta ipotizzata dagli specialisti. Il record ottenuto da questo quadro colloca Magritte nel ristretto gruppo (24 artisti, dati Artprice) le cui opere hanno raggiunto questo livello di prezzo, fra cui Picasso, Monet, Leonardo da Vinci, Warhol, Bacon, Giacometti, Matisse, Rubens, Van Gogh. In generale, le quotazioni dell’arte surrealista sono aumentate significativamente nel nuovo millennio; in particolare quelle delle opere di René Magritte hanno vissuto un’impennata: +81% fra il 2012 e il 2022 e +678% dal 2002 al 2022.
Fonte Artprice