“Ataraxia” dell’OG spagnolo AL-Crego (Adrian Lopez Crego) era l’unica opera nft esposta da Pandolfini durante l’evento milanese del 25 maggio 2023. Per la casa d’aste fiorentina, un’ulteriore occasione di presentazione del suo dipartimento nft, il primo di una casa d’aste italiana dedicato interamente ai non fungible token. Lo dirige lo specialista Claudio Francesconi (anche curatore principale del collettivo artistico Bottega DAO) che durante la mostra ci ha parlato della prossima asta a tempo che la casa dedica all’arte digitale, Digital Invasion. Si terrà online, dal 19 al 28 giugno 2023. In portafoglio, una trentina di opere. Gli chiediamo il perché della scelta.
AL-Crego, Ataraxia
«Con la sigla OG, “original gangster(s)” si intendono in gergo gli antesignani del mondo nft (e non solo, ndr), coloro che hanno iniziato nel 2018-2019, come Adrian. Ataraxia rappresenta un grande esempio di creatività: è un’opera che fa un percorso esegetico nel senso che, ricercando i codici che hanno dato origine a questo mondo, ricrea il formato elettronico dell’estetica delle prime gif anni ’90. Omaggia l’archeologia del network, fa un percorso di citazione utilizzando i temi cari al mondo degli nft, utilizzando la cifra stilistica del 3D, che spesso ricorre nella digital art. Sono argomenti che stimolano suggestioni colte connesse all’intera cultura che sottende questo immaginario: l’universo del cyberpunk originario, il metaverso così come lo raccontava lo scrittore William Gibson, i film di fantascienza. Adrian è bravissimo a darne un’immagine che tra ragione e intuizione esprime stati di “tranquillità, serenità, imperturbabilità”».
È la prima volta che le opere selezionate arrivano sul mercato?
«Si. Si tratta di un primo mercato. Oggi che ci siamo lasciati alle spalle il fenomeno speculativo che aveva “drogato” il mondo degli nft nel 2021-2022, possiamo costruire un percorso artistico serio: gli artisti semplicemente scelgono il linguaggio del digitale al pari degli altri linguaggi.
Danilo Fala, Awareness Acceptance
E gli nft storici, quelli che hanno frantumato tanti record nell’anno della speculazione?
«Non mi si fraintenda: le scimmiette annoiate (Bored Apes Club, ndr), i Cryptopunk, Pepe the frog, sono icone che resteranno nella storia dell’arte nft. Un archetipo».
Lele Gastini, Identitas
Dopo la vendita di debutto del settembre 2022, Pandolfini dunque rilancia. Sotto il martelletto virtuale, oltre alle citate animazioni 3D, fotografia, disegni manuali, arte generativa astratta. Qual è stato il criterio di selezione?
«La prima asta aveva un’impostazione segnatamente curatoriale, con una rigida selezione di artisti le cui opere seguivano un tema definito; questa volta la selezione dei lavori e degli artisti è stata molto più libera, permettendoci di mettere insieme un portfolio di diverse decine di nft di grande qualità», prosegue Claudio Francesconi. «Abbiamo privilegiato per lo più i talenti dell’arte italiana».
Francesco Tortorella, Dialogue Pistol
Pandolfini è una casa d’aste di grande tradizione, con una platea di collezionisti attenti alle belle arti “classiche”. In che modo pensate di stimolare il loro interesse?
«Un punto fondamentale a favore dei collezionisti è che gli nft di Pandolfini andranno pagati in euro e non in criptovalute. Aspetto quest’ultimo che ha spesso rappresentato un deterrente per gli acquirenti interessati ma intimoriti dal mezzo di pagamento. Ora invece sarà possibile per chiunque approcciarsi al mondo dell’arte digitale. In sostanza, si movimenta lo smart contract di Pandolfini, che costituisce la provenienza dell’opera. L’nft viene trasferito dall’artista al collezionista tramite la casa d’aste. Anche gli artisti vengono remunerati in euro. Abbiamo nei fatti posto le basi per una grossa operazione di onboarding. E sottolineo: qui nel dipartimento nft di Pandolfini arrivano gli artisti veri, siamo in un modo completamente diverso da quello speculativo».
E soprattutto, non serve essere nerd per iniziare una collezione di arte digitale.
Wondermundo, Technicolor Madonna