Sistema dell’arte: Nft chiama, big risponde

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L’uragano Nft travolge il mercato dell’arte internazionale. Da Damien Hirst ad Almine Rech, anche gli attori blue chip del sistema si aprono al trend

Il risultato raggiunto in asta da Christie’s dall’opera digitale “Everydays” di Mike Winkelmann – alias Beeple – qualche settimana fa ha decretato l’inizio di una nuova era per il mercato dell’arte. Come prevedibile, anche gli attori di riferimento del sistema dell’arte si sono lasciati contagiare dalla febbre Nft. Artistar, gallerie e case d’asta hanno lasciato da parte ogni tipo di pregiudizio, aprendosi a questa nuova realtà che sta affiancando il mercato tradizionale, costruendosi un suo spazio ben definito.
Nella corsa agli Nft, Almine Rech, fondata nel 1997 a Parigi da Almine Rech Ruiz-Picasso è stata pioniera. La galleria – presente in cinque paesi e tre continenti – è stata, infatti, tra le prime a sbarcare (il 14 marzo 2020) su Nifty Gateway, la piattaforma leader nella vendita di Nft [chiedere alla compagna di Elon Musk o al fondatore di Twitter]. La collaborazione si è rivelata un successo. Con quattro opere di César Piette, proposte in edizione limitata da 25 a 100 esemplari, Almine Rech ha registrato il sold out. Particolarmente indovinata – oltre alla scelta del mezzo di vendita – anche quella dell’artista, con un retroterra nell’animazione e nel mondo dei videogiochi. Piette realizza i suoi schizzi utilizzando un software di modellazione 3D, donando ai suoi soggetti iperplastici un appeal fumettistico che coniuga tecnologia ed estetica.

 

Almine Rech è dunque totalmente favorevole alla tecnologia Nft. Essa offre ad artisti, gallerie e collezionisti un nuovo modo di acquistare, esporre e vendere. Secondo il gallerista, stimolando e agevolando la condivisione di pezzi d’arte e, conseguentemente, la crescita in termini di valore culturale, queste nuove forme di sperimentazione permettono alle nuove generazioni e a una fetta di pubblico molto più ampia di avvicinarsi all’arte. Di fatto democratizzandola e liberandola dai limiti del sistema tradizionale.

 

E sembra che a pensarla allo stesso modo sia anche la superstar dell’arte contemporanea Damien Hirst. L’esponente della Young British si dichiara apertamente fan di Beeple e ha annunciato sui social di star lavorando da anni a un progetto segreto – in sinergia con Heni – che “sfiderà il concetto di valore attraverso denaro e arte”, come ha dichiarato al Financial Times. “The Currency” – così che si chiama l’opera – è a suo dire “il progetto più eccitante a cui abbia mai lavorato” e consiste di un corpus di opere – 10.000 per l’esattezza – realizzate su carta cinque anni fa che esisterà come Nft e sarà presto lanciato sul sistema di blockchain.

L’artista britannico ha aggiunto che “l”intero progetto è un’opera d’arte, e chiunque acquisti The Currency parteciperà a questo lavoro. Non si tratta solo di possederlo”, parole che testimoniano l’entusiasmo generato in Hirst dal mondo Nft, entusiasmo che alimentato probabilmente anche dal successo strabiliante della vendita online delle sue stampe di fiori di ciliegio giapponesi, conclusasi dopo soli sei giorni il 3 marzo 2021. Un guadagno di 22,4 milioni di dollari, più di 4.000 acquirenti e 7.481 stampe vendute, basate su una serie di otto originali, “The Virtues”. Un risultato che ha raddoppiato le aspettative di Hirst e Heni Editions, il cui fondatore e proprietario Joe Hage ha ammesso che una significativa percentuale di acquirenti, anche se inferiore alla metà, ha acquistato pagando in criptovalute. Il 25 febbraio, infatti, l’artista annunciava su Instagram il lancio della serie e la possibilità di acquistare le sue stampe pagando in criptovalute, a testimonianza del suo amore per l’arte e la sua fiducia in Bitcoin e Ether.
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Fonte: Instagram
Gallerie, artisti, case d’aste, musei, sempre più numerose le risposte dei giganti del sistema dell’arte all’appello Nft.

E mentre il Guggenheim Museum di New York offre opportunità di stage a studenti Mba che siano formati in materia crypto arte al fine di estendere la collezione in questa direzione, Sotheby’s decide di seguire le orme di Christie’s, annunciando una collaborazione con MuratPak. Attento a non rivelare la sua identità, l’artista digitale è considerato tra gli innovatori nel comparto Nft, avendo catturato l’attenzione del mercato già a gennaio, con un video criptico postato su Twitter. In quella che è la prima asta Nft firmata Sotheby’s, Pak venderà sia pezzi unici di arte digitale che edizioni aperte. Senza dubbio tra le novità, non ancora del tutto svelate, che caratterizzeranno l’asta: più utenti avranno, infatti, la possibilità di acquistare token-gettoni per lo stesso lavoro.

Bolla di mercato, speculazione? In parte, ma non solo. Nell’ottica evolutiva che marchia la nostra contemporaneità, il mondo Nft e il successo della crypto arte sono senza dubbio il riflesso di un costante e crescente processo di digitalizzazione da cui non si può fuggire. E sembra che gli eventi che si sono susseguiti nelle ultime settimane, ne siano premessa più che eloquente.
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Pak, Cards of Entropy, no date. Courtesy Sotheby’s

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