La biblioteca della vita, l’equilibrio che regge tutto, ma anche un rischio concreto per il portafoglio degli investitori. Tre definizioni che rimandano tutte al concetto di biodiversità.
Essendo per sua natura poliedrica, per capire veramente come funziona la biodiversità e il suo impatto è necessario affrontare un viaggio tra natura, cultura e responsabilità. Ed è stato proprio questo l’obiettivo della conferenza “Tu la conosci la biodiversità? Dialogo sugli investimenti a impatto positivo per l’ambiente” di Etica Sgr al Salone del Risparmio, che si è tenuto a Milano dal 15 al 17 aprile, portando sul palco un dibattito tra finanza etica e consapevolezza.
Biodiversità: un equilibrio sempre più in bilico
È necessario partire dall’idea che riassumere il concetto di biodiversità in poche parole è incredibilmente complesso, poiché comprende non solo le specie, ma anche la diversità tra individui e gli ecosistemi che queste formano insieme, dove anche il più piccolo cambiamento può avere effetti diretti e imprevedibili sull’intero equilibrio. Durante l’evento, Arianna Izzi, naturalista e divulgatrice scientifica, ha preso come esempio i lupi: togliendo i lupi dall’ecosistema, l’equilibrio della biodiversità cambierebbe completamente il suo ordine, arrivando addirittura a poter modificare il corso dei fiumi. I lupi, infatti, si nutrono degli ungulati erbivori che, altrimenti, mangerebbero il prato senza freni, ledendo anche i letti dei fiumi.
Ma la realtà è che la perdita di biodiversità può avere un impatto diretto anche sulla salute mentale e fisica degli individui, aumentando potenzialmente, tra le altre cose, anche il rischio di pandemie. Come già accennato, la biodiversità è un equilibrio delicato e, se viene alterato, risulta difficile stimare con precisione i danni che ne possono derivare.
Rischio per la natura, ma anche per i portafogli
Pensare di poter proteggere l’economia trascurando l’ambiente è un’illusione, poiché i due ambiti sono profondamente interconnessi. La perdita di biodiversità comporta gravi conseguenze economiche: secondo la Banca Mondiale, senza interventi concreti il PIL globale potrebbe ridursi del 2,3% ogni anno. Il valore economico dei servizi legati alla biodiversità è stimato in 125.000 miliardi di dollari, rendendo il suo declino uno dei dieci principali rischi globali per il prossimo decennio.
Nonostante le evidenti ripercussioni sul mercato, il rischio climatico è ormai integrato nei portafogli di investimento, mentre la biodiversità continua a essere percepita come un fattore esterno. Una possibile causa è la scarsa consapevolezza: secondo l’Eurobarometro, il 26% dei cittadini europei non sa cosa sia la biodiversità.
Come sottolineato da Francesca Colombo, Responsabile Area Analisi ESG e ricerca di Etica Sgr, il mondo finanziario sta iniziando solo recentemente a capire come approcciarsi e come gestire questo rischio, e non si tratta di un lavoro semplice. Tra i sei obiettivi ambientali del Regolamento sulla Tassonomia ne figura uno dedicato alla biodiversità e alla protezione degli ecosistemi, ma nuove pressioni normative potrebbero presto ridefinire le regole del gioco. Nel frattempo, gli investitori attenti a questi temi possono fare riferimento all’indice CDP Forest Champion, che fornisce dati utili sulla qualità dell’acqua, sul clima e sulla gestione delle risorse naturali.
La sesta estinzione di massa
Oggi la natura è spesso percepita come un semplice sfondo, e abbiamo perso il legame con ciò che ci circonda. Recuperare questa connessione richiede consapevolezza: è il primo passo verso il cambiamento, ma oggi questa consapevolezza è ancora largamente assente.
Non è un allarme nuovo. Già dagli anni ’90 si parla del rischio di una sesta estinzione di massa — un evento che si verifica quando oltre il 75% delle specie viventi scompare. Siamo arrivati a quel punto? Non ancora, ma il ritmo attuale delle estinzioni è allarmante. Se non si interviene, quel 75% potrebbe diventare realtà in tempi brevi.
Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che redige le “liste rosse” delle specie minacciate, oggi il 28% delle specie conosciute è a rischio estinzione. E i numeri parlano chiaro: il 44% delle specie di coralli, il 41% degli anfibi e ben il 71% delle palme — tra le piante più antiche della Terra — sono in pericolo. Possiamo scegliere di ignorare questi dati o agire. Non ci sono vie di mezzo.
Eppure, nonostante il rischio sia concreto, c’è ancora spazio per invertire la rotta. Proteggere la biodiversità non è solo un dovere ambientale, ma una necessità economica e sociale. Servono azioni concrete da parte di tutti, inclusi gli investitori, che possono avere un ruolo decisivo nel sostenere soluzioni realmente sostenibili.
Agire anche con la finanza: come si posiziona Etica Sgr
Per affrontare la perdita di biodiversità la finanza può e deve fare qualcosa. Nel 2020 Etica Sgr è stata la prima società italiana firmataria del Finance for Biodiversity Pledge, impegnandosi attivamente nella salvaguardia della biodiversità. Con obiettivi concreti come la conoscenza, l’engagement e la trasparenza, l’azienda mira a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente, come il degrado del suolo, la deforestazione e il cambiamento climatico.
A livello europeo, la strategia Biodiversity 2030, parte del Green Deal, punta a dimezzare il degrado della biodiversità entro il prossimo decennio e mira a istituire aree protette per almeno il 30% della terraferma e il 30% del mare in Europa, affrontando il problema con scelte quotidiane responsabili e sostenibili.
In un momento storico segnato da crisi e conflitti, tornare ai fondamentali è più che mai necessario: investire nella salvaguardia dell’ambiente significa puntare su un futuro più resiliente e stabile. Eppure, troppo spesso, questa prospettiva resta ai margini delle grandi strategie finanziarie. È tempo di rimetterla al centro.