Ogliastra, un paradiso (in)accessibile
Inaccessibilità: spesso è una caratteristica di alcuni angoli di paradiso – se non un tratto distintivo della loro essenza. Non per l’Ogliastra, culla di bellezza autentica, a tratti selvaggia, sulla costa centro-orientale della Sardegna. Un nome assente dagli opuscoli più modaioli che pubblicizzano quest’isola affascinante. In Ogliastra si può vivere la vera esclusività: quella dell’esperienza, che inizia in volo, con il piccolo efficiente Piper privato che fa la spola fra le due sponde del Tirreno. Decolla dal centro della capitale (aeroporto di Roma Urbe) e plana a Tortolì. Per un’ora o poco meno la sensazione è quella di avere il “cielo sulla pelle”, la stessa che doveva aver vissuto Antoine de Saint-Exupéry nelle sue traversate mediterranee a inizio XX secolo. Luce, azzurro, verde e bianco della costa sarda incorniciano l’atterraggio in un luogo in cui l’occhio non incontra quasi che natura e silenzio. Si è nella terra della longevità: vi vive un numero eccezionale di centenari, come in pochissimi altri luoghi al mondo.
Tutte le foto sono ©Giulio Rossi
Prossima fermata Stazione dell’arte
La temperatura è mite anche in autunno-inverno, ma può irrigidirsi a causa dell’occasionale vento che batte le alture, come quelle su cui è adagiato Ulassai, il comune in cui nacque Maria Lai (1919-2013). Artista grandissima, allieva di Marino Mazzacurati e Arturo Martini, accomunata all’Arte Povera per i materiali utilizzati, ma non incasellabile in nessuna corrente artistica. Nel 2006 fece dono di 150 opere alla sua città di origine, capace di custodire e valorizzare questo tesoro in modo inatteso: il museo in cui – a rotazione – sono esposte le opere di Maria Lai è costituito infatti dai locali dell’ex stazione ferroviaria, situata a valle del paese, su un lembo di prato curatissimo dal quale si può godere la vista del mare all’orizzonte, circondati dalle rocce e dai boschi. La stazione, luogo di arrivi e partenze, di relazioni coltivate e interrotte. La scelta del sito è intonata perfettamente a Maria Lai, prima artista in Italia a realizzare un’opera di arte relazionale: era il 1981, e a Ulassai prende vita Legarsi alla montagna, un evento (ispirato da una fiaba) cui partecipa l’intera comunità cittadina fra il 6 e l’8 settembre.
Maria Lai e la prima opera di arte relazionale in Italia
Un nastro azzurro lungo 27 km è tagliato in pezzi, distribuito alla popolazione quindi annodato fra porte, finestre e balconi e poi alla montagna. A seconda della relazione intercorrente fra gli abitanti (amicizia, rancore, amore) vengono fatti o meno dei nodi, vi viene appeso il pane delle feste. La performance fu fotografata da Gianni Berengo Gardin. Ma Ulassai è anche la culla del Museo a cielo aperto, ovvero di opere di Maria Lai (e non solo) sparse per le sue strade. La tempra fresca delle montagne si addolcisce di nuovo scendendo a valle, per ammirare sulla costa le rocce rosse di Arbatax, frazione di Tortolì: anche in un giorno dalla luminosità variabile, il loro fascino resta intatto.
Supramonte: flora, fauna e la magia di antiche civiltà
Ma l’Ogliastra è anche terra di Supramonte, complesso montuoso calcareo-dolomitico la cui altezza media è di 900 metri sul livello del mare. Nella sua flora compaiono soprattutto leccio, ginepro, albero di fillirea, un po’ di lentisco. La fauna comprende invece cervo, muflone sardo, cinghiale sardo, volpe sarda, gatto selvatico. Non ci sono rettili velenosi né ragni ed aracnoidi. È questa la zona (Urzulei e Baunei) a più ampia densità di barraccos (altrove detti pinnettos, cuiles), sorta di insediamenti agro-pastorali dalle origini antichissime in travi di ginepro, a base circolare e interamente realizzati a secco, ovvero non legati da malta o cementi. La sommità ha forma circolare: potrebbe avere un significato legato alla profonda sfera magico-spirituale sarda. Il barracco era una dimora temporanea, ma non transitoria: all’interno vi è spazio per il focolare, mensole per far affumicare i prodotti. Pastori e allevatori di ovini, suini e bovini potevano viverci per settimane o mesi. Risulta che siano stati utilizzati fino al 1950.
Gorropu, il canyon più profondo d’Italia e il mistero di Or Murales
Il percorso iniziato da Silana (Supramonte di Urzulei) offre una vista mozzafiato sulla gola di Gorropu – il canyon più profondo d’Italia, scavato dalle acque del Rio Flumineddu – e prosegue fino all’area archeologica di Or Murales, villaggio nuragico fra i meglio conservati dell’isola. Spiegano le guide che quella nuragica è la più fiorente e prospera civiltà che si sviluppa in Sardegna per circa 1000 anni, pressappoco fra il 1800 e il 700 a.C., tra l’età del bronzo e l’età del ferro. Simbolo di questa civiltà è il nuraghe, una grande torre che le dà il nome, costruita in genere con grandi o piccoli massi. Oggi gli studiosi sono concordi nel ritenere che queste strutture abbiano avuto una funzione molteplice nell’arco di vita di questa civiltà (stoccaggio degli alimenti, culto, postazione strategico-difensiva, albergo per alcune persone della comunità). La particolarità di questa civiltà è che non sempre si trovano i nuraghi laddove c’è un villaggio nuragico, e viceversa non sempre si trova il villaggio nuragico laddove ci sono i nuraghi. A Or Murales non si scorge il nuraghe, possibile indizio di civiltà tarda, in cui si venerava l’acqua come simbolo di vita e fertilità e si lavoravano pietra, pellami, lana, cereali.
Quel turchese irripetibile e il “selvaggio blu”
Tornando sulla costa, un’escursione in barca dal golfo di Arbatax a Cala Mariolu fa assaporare i colori più familiari di quest’isola magica: il turchese cristallino delle acque marine, il bianco delle calette e delle rocce che vi stanno a ridosso, le falesie che si divertono a disegnare volti e miti locali. Sopra, sotto il cielo azzurro, il verde e il grigio del “selvaggio blu”, il percorso di trekking più difficile (e spettacolare) d’Italia. Il Consorzio industriale provinciale dell’Ogliastra si spende per far scoprire al viaggiatore nel modo più agevole possibile questo territorio autentico, rigenerante, facilitando per esempio la logistica degli spostamenti: si pensi all’aeroporto di Tortolì, agli esclusivi servizi di noleggio auto con conducente, ai confortevoli alberghi di Arbatax. Quando il piccolo Piper si stacca dalla costa alla volta del Continente, un pezzo di cuore resta in Ogliastra. Toccherà andare a riprenderselo.
Articolo tratto dal magazine We Wealth n.63. Abbonati qui.