La vicenda Sinner
Le più recenti imprese di Sinner, da ultimo la vittoria agli Open d’Australia, hanno posto sotto i riflettori non solo lo Jannik sportivo ma anche lo Jannik “contribuente”.
Come noto, infatti, il neocampione d’Australia non è residente in Italia bensì a Montecarlo: è nel Principato di Monaco, infatti, che lo sportivo si allena, vive e paga le tasse.
Questa circostanza ha perciò dato vita ad uno spinoso interrogativo: è giusto festeggiare per uno sportivo che rappresenta l’Italia quanto quest’ultimo paga le tasse all’estero?
La questione era già stata sollevata dal Codacons, il quale aveva aspramente criticato la posizione fiscale di Sinner, mettendo in evidenza che non si può essere italiani in campo ma stranieri per il fisco.
Più in particolare, il Codacons, subito dopo la Coppa Davis, competizione che ha visto vittorioso, tra gli altri compagni di squadra, Jannik Sinner, aveva sottolineato che è contraddittorio rappresentare la bandiera italiana ma contribuire al gettito fiscale di un altro Stato.
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Perché molti sportivi (e non solo) optano per Montecarlo
Senza entrare nel merito della vicenda Sinner, che peraltro è piuttosto comune nel mondo dello sport e dello spettacolo, di seguito si mettono in evidenza alcune delle ragioni che possono indurre i contribuenti (spesso alto spendenti) a orientare le proprie ricchezze nel Principato di Monaco.
Storicamente il Principato di Monaco è considerato una giurisdizione particolarmente incline ad accogliere contribuenti che hanno interesse a sottoporre i propri capitali a una tassazione meno pesante.
Occorre tuttavia dire che a seguito di numerosi accordi e intese sullo scambio di informazioni, Monaco non è più considerato un Paese non cooperativo fiscalmente ed è uscito dai paesi black list.
Ciò considerato, per diventare residenti a Montecarlo, in linea generale è richiesto.
- che il soggetto acquisti una casa o ne prenda una in affitto, dimostrando di abitarci realmente o di svolgere una professione o un’attività imprenditoriale
- che il soggetto interessato disponga di un conto corrente in una banca monegasca e abbia la fedina penale pulita.
Le imposte sul reddito delle persone fisiche
Dal punto di vista delle imposte sul reddito, i residenti nel Principato non sono soggetti all’imposta personale sul reddito, in quanto è abolita la tassazione delle persone fisiche.
Monaco, infatti, non applica alcuna imposta sul reddito, sulle plusvalenze o sul patrimonio delle persone fisiche. Chi vive a Montecarlo inoltre non paga imposte sugli immobili.
Il nodo della residenza fittizia
Come spesso emerge da numerose sentenze di merito e di legittimità, l’iscrizione all’anagrafe dei residenti all’estero (Aire) di coloro che si trovano nel Principato di Monaco, non esclude la residenza fiscale in Italia del contribuente.
Spesso, infatti, l’Agenzia delle entrate sulla scorta di una serie di presunzioni e valutazioni, ritiene di fatto residente in Italia i contribuenti che solo formalmente sono residenti residente nel Principato di Monaco, per via del fatto che in Italia questi risultano avere i propri affetti o la sede principale degli interessi economici o affari per la maggioranza del periodo di imposta, secondo il worldwide taxation principle.
L’articolo 2 del Tuir, recentemente modificato, detta la disciplina sulla residenza fiscale e prevede che ai fini delle imposte dirette in Italia della residenza fiscale della persona fisica, ricorrono tre presupposti: quali l’iscrizione del cittadino all’Anagrafe dei residenti e la residenza anagrafica o del domicilio di quest’ultimo nel territorio dello Stato. Occorre mettere in evidenza però che a partire dal 2024 sono aggiornati i criteri per la residenza fiscale.