A livello globale, gli interventi fiscali in poco più di un anno ammontano alla cifra straordinaria di 16 mila miliardi di dollari, quasi il 19% del PIL 2020. L’attivo di bilancio delle prime cinque banche centrali più importanti al mondo ha superato quota 30 mila miliardi di dollari, in aumento da inizio 2020 di quasi 9,5 mila miliardi
All’Italia sono destinati 191,5 miliardi di euro dei 750 miliardi messi a disposizione dei singoli stati da parte della Commissione Europea. Il corretto utilizzo può rilanciare l’Italia, il cui pil negli ultimi vent’anni non ha tenuto il passo rispetto a quello dell’Eurozona, rimanendo indietro di 25 punti percentuali
L’azionario continua ad essere l’investimento preferito grazie al contesto macroeconomico impostato alla crescita, agli sforzi straordinari delle Banche Centrali e dei Governi e al premio al rischio favorevole rispetto agli investimenti obbligazionari
La ripresa economica in numeri
L’economia globale viaggia spedita verso la ripresa: un recupero del 6% quest’anno a cui si aggiungerà un ulteriore 4% l’anno prossimo. La traiettoria di ogni singolo paese è però diversa. Cina e Stati Uniti sono in pole position, per via dell’efficace contenimento del virus e della progressiva immunizzazione sierologica: la prima ci si aspetta che cresca del 8%, i secondi del 6,3%. Attardata è invece l’Eurozona, a causa della campagna vaccinale partita a rilento, il cui pil se l’attese verranno confermate segnerà un +4,3% a fine anno. Ad ogni modo la politica economica rimane un fattore fondamentale per dare continuità alla fase di recupero, con l’idea che i piani di sostegno lanciati per l’emergenza si tramutino in programmi di stimolo strutturale alla crescita.
A livello globale, gli interventi fiscali in poco più di un anno ammontano alla cifra straordinaria di 16 mila miliardi di dollari, quasi il 19% del PIL 2020 e cresceranno ancora. L’obiettivo di una maggiore crescita attraverso una spesa più elevata finanziata in deficit si basa anche su una politica monetaria che sta operando in maniera parallela e ugualmente potente: l’attivo di bilancio delle prime cinque banche centrali più importanti al mondo ha superato quota 30 mila miliardi di dollari, in aumento da inizio 2020 di quasi 9,5 mila miliardi di dollari. A gennaio il tasso di crescita della massa monetaria in circolazione è stata del 20% circa su base annua, rispetto ad una media ventennale del 7,3%. La grandezza di questi numeri rende meno problematica la sostenibilità̀ dell’enorme stock di debito pubblico che la crisi e la reazione dei governi hanno prodotto: in rapporto al pil, il debito pubblico tra le economie avanzate è passato dal 103,8% al 122.5% nell’arco di un anno. Il rovescio della medaglia è un’inflazione che farà la sua ricomparsa in scena: fra i sette paesi maggiormente industrializzati, l’indice generale dei prezzi al consumo dell’area G7 è aumentato dell’1.2% a febbraio valore ancora modesto, ma destinato a crescere verso area 1.8-2.0%.
Italia: un’occasione irripetibile
Per l’Itala tutti questi miliardi messi a disposizione dall’Europa sono un’opportunità. Alla Penisola sono destinati 191,5 miliardi di euro dei 750 miliardi messi a disposizione dei singoli stati da parte della Commissione Europea, che verranno reindirizzati all’economia secondo un piano vincolante di spesa 2021-2026 predisposto dal governo (PNRR: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), secondo sei fondamentali direttrici di sviluppo: digitalizzazione (49,2 miliardi), rivoluzione verde (68,6), infrastrutture (31,4), istruzione-ricerca (31,9), inclusione sociale e salute (18,5). Se l’Italia utilizzerà bene queste risorse, i primi benefici si vedranno già quest’anno. Banca Aletti che il pil italiano in questo scenario possa crescere del 5% quest’anno, ritmo superiore 4,2% previsto dagli esperti del Fmi.
Per Banca Aletti il motore della ripresa sarà la domanda interna che accompagnerà il commercio estero netto e l’attività produttiva che nel mese di marzo è tornata in territorio positivo. Il clima di fiducia nella manifattura è molto alto: i sondaggi condotti tra gli imprenditori, indicano condizioni favorevoli davvero elevate, configurando una traiettoria di espansione. La situazione è invece ancora critica nel settore dei servizi, colpito dalle persistenti restrizioni per limitare i contagi.
Infine è bene ricordare che per l’Italia il corretto utilizzo delle risorse europee è un dovere più che per qualsiasi altro paese europeo. Le cinque recessioni sperimentate dal 1999 e gli irrisolti problemi strutturali hanno portato l’Italia a una consistente riduzione del ritmo di crescita, perdendo terreno nei confronti dei partner europei. Il ritardo del pil italiano rispetto al passo tenuto dall’Eurozona è stimato in 25 punti percentuali considerando il ventennio 1999-2019 e si è aggravato nel 2020, alla luce di una contrazione del 8,9% rispetto a quella media dell’Eurozona del 6,6%.
Scenario di mercato
L’outlook macroeconimico positivo sia a livello italiano che internazionale non può che non fare bene ai mercati. La una pausa di consolidamento negli ultimi mesi, dopo la corsa forsennata del 2020, dell’azionario è stata ben vista dagli investitori. La volatilità, catturata dall’indice Vix, è diminuita ed anche i rendimenti obbligazionari, dopo la risalita dei primi mesi, sono tornati a scendere, ampliando l’appetibilità dei mercati azionari. Per questi motivi per Banca Aletti la giusta allocazione di portafoglio premia ancora una volta l’azionario, a discapito al reddito fisso. Nello specifico la banca milanese indica i mercati azionari internazionali dividend value, con preferenza per le piccole-medie capitalizzazioni, titoli value, tematiche esg, megatrend, come i nuovi consumi, e l’area asiatica, attraente sia in termini di fondamentali che di diversificazione del rischio, come le idee di investimento su cui impostare il proprio portafoglio azionario. Sul fronte obbligazionario Banca Aletti punta su: elevata qualità del credito, strumenti legati all’inflazione per proteggere i nominali di portafoglio, obbligazioni convertibili per ottimizzare i rendimenti attesi in funzione del rischio tasso, e corporate finanziari che offrono rendimenti appetibili sostenuti da un contesto ciclico favorevole al settore bancario. Ancora attraente il debito emergente espresso in valuta forte.