Si chiama Gryphon ed è l’ultima variante del Covid. Con l’aggravante che, a differenza delle precedenti, sembra essere, per alcuni, più aggressiva. Il tutto proprio quando la Cina ha messo fine alla politica zero covid, riaprendo le frontiere. E il covid, adombrato da guerra, inflazione e recessione, potrebbe ritornare ad essere il vero spauracchio non solo per l’economia ma anche per i mercati. È proprio così?
Il covid non fa paura
Per Gabriel Debach, market analyst di eToro, no. Fronte economico è difficile ipotizzare che il covid possa rappresentare un nuovo freno. “Con la Cina che si è decisa ad aprire i suoi confini e ritornare nuovamente alla normalità, un passo indietro sarebbe visto come un grave errore politico: un biglietto da visita difficile da usare per Xi Jinping” spiega Debach. In altre parole è improbabile che si vedranno nuovi lockdown come quelli degli scorsi anni. Il che è certamente una buona notizia anche per le Borse. “È difficile immaginare che la nuova preoccupazione dei mercati possa ritornare ad essere il Covid-19, soprattutto alla luce delle recenti paure per una prossima recessione. L’apertura cinese ha certamente creato timori su nuovi contagi, ma il rovescio della medaglia è senza dubbio più rilevante, con il venir meno delle apprensioni, che hanno spesso accompagnato di recente gli investitori, sui vari blocchi alla produzione: ne sanno bene qualcosa Apple e Tesla, per citare i nomi maggiormente conosciuti” continua Debach.
Quale impatto sui mercati?
Ad ogni modo è un rischio, quello pandemico, che sebbene poco probabile, è pur sempre verificabile. Quali impatti avrebbe sui mercati? “Nel caso in cui dovessimo assistere ad un ritorno del Covid – non in stile delle ultime varianti, ma come da prima ondata – con ritorni a lockdown globali, la direzione da parte delle banche centrali potrebbe dover essere rivista, perfino con nuovi supporti monetari. Tutto questo potrebbe tradursi in un iniziale calo dei listini, i quali dovrebbero digerire il nuovo scenario, per poi perfino divenire positivo, soprattutto per i comparti growth” conclude Debach.