Gli emendamenti attendono di essere confermati con il voto in Senato, atteso per il 22 dicembre
La commissione Bilancio del Senato ha di recente approvato i quattro emendamenti presentati dal governo per la manovra, accogliendo anche un emendamento proposto dall’opposizione.
Gli emendamenti attendono poi di essere confermati con il voto in Senato, atteso per il 22 dicembre.
Ecco quali sono le principali novità.
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Superbonus: il grande escluso
Rimane fuori la questione del Superbonus, che non otterrà la tanto attesa proroga. L’ultima speranza, che consentirebbe all’indotto e ai cantieri non conclusi di usufruire dell’agevolazione al 110%, potrebbe arrivare con il Milleproroghe.
Buone notizie sul fronte pensioni
Le pensioni di vecchiaia di medici, dei dipendenti di enti locali, degli ufficiali giudiziari e maestri non vengono più sottoposte ai tagli inizialmente paventati.
Diverso finale per le pensioni anticipate: vengono applicati dei tagli che, tuttavia, sono meno netti di quanto inizialmente previsto.
Accordata la possibilità per i dirigenti medici e gli infermieri di rimanere al lavoro fino ai 70 anni.
A chi non verranno applicate le decurtazioni? Queste non si applicano a coloro che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023 e nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio.
Quando si accede alla pensione anticipata? La possibilità di fruire della pensione anticipata scatta al maturare di un’anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi nel caso degli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
La questione della cedolare secca
Il governo specifica che la cedolare secca rimane invariata al 21% redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare, individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi. Al superamento di una unità immobiliare, l’aliquota si alza al 26% per gli affitti brevi.
A proposito della cedolare secca, occorre ribadire che optare per detto regime garantisce un vantaggio fiscale. I contratti di locazione sotto cedolare secca, infatti, permettono di non pagare l’imposta di registro e l’imposta di bollo, beninteso che la scelta del regime della cedolare secca implica la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, la variazione Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo.
La cedolare secca consiste in un regime facoltativo, nato per favorire l’emersione dei contratti di affitto in nero, che si sostanzia – come ricorda l’Agenzia delle entrate – nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile). Possono fruire di questo regime le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento sul bene immobile e che non locano il bene nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.
Viene inoltre ampliato l’accesso al fondo mutui prima casa. Potranno accedervi anche le famiglie numerose a basso reddito, con tre figli sotto i 21 anni e un Isee non superiore a 40.000 euro, le famiglie con quattro figli di età inferiore a 21 anni e Isee fino a 45.000 euro e quelle con cinque o più figli sotto i 21 anni e Isee non superiore a 50.000 euro.