Ha stabilito un nuovo record fra le opere surrealiste battendo se stesso, René Magritte. Una delle versioni del suo Empire des Lumièrs del 1954 ha decisamente illuminato la serata di New York dal rostro di Christie’s, il 19 novembre 2024. E dopo una battaglia la cui durata ha sfiorato i 10 minuti, ha cambiato proprietario per 121.160.000 dollari (incluse le commissioni). Si tratta del prezzo più alto mai pagato per un’opera del pittore belga e in generale per una surrealista. Il record precedente apparteneva a Sotheby’s, che ne aveva piazzata un’altra versione nel marzo 2022 a Londra per 79,4 milioni di dollari. L’artista aveva dato vita a ben 17 “Imperi delle luci”. Un soggetto familiare eppure sconcertante, che accosta nello stesso momento la notte e il giorno. Le abitazioni appaiono infatti immerse in una tranquilla oscurità serale, ma se si alza lo sguardo, si noterà che il cielo è diurno.
Perché L’Empires des lumières di Magritte ha fatto record?
Oltre a alla provenienza – l’opera apparteneva alla prestigiosa collezione della designer, collezionista e filantropa Mica Ertegun – il dipinto è considerato il più bello della serie, essendo anche l’unico che presenta uno specchio d’acqua, elemento che ne accresce l’aura misteriosa. Il nuovo risultato riscrive la classifica delle quotazioni del pittore belga.
La classifica dei Magritte più costosi di sempre
Cinque. A la rencontre du plaisir, 1962, 24,6 milioni
Quattro. Le principe du plaisir, 1937, 26,8 milioni
Tre. Empire des lumières, 1951, 42,2 milioni
Due. Empire des lumières, 1961, 79,3 milioni
Uno. Empire des Lumières, 1957, 121,1 milioni
Il podio è tutto un “impero delle luci”. Che sia il quadro più amato di sempre?
La pregiatissima collezione di Mica Ertegun comprendeva arredi, gioielli e altre seminali opere d’arte di Joan Miró, David Hockney e Ed Ruscha. Una parte dei proventi della vendita è destinata a iniziative filantropiche. Fra le numerose attività filantropiche messe in atto in vita, la signora Ertegun ha sostenuto il Graduate Scholarship Programme in the Humanities dell’Università di Oxford, il Jazz al Lincoln Center, il World Monument Fund.