- Le cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) permettono di rigenerare tessuti e organi, aprendo nuove frontiere per la cura di malattie legate all’invecchiamento
- L’innovazione biotecnologica deve essere accessibile a tutti, evitando che la ricerca diventi un privilegio per pochi e garantendo un progresso equo per la società
Il 21 marzo è iniziato il Milan Longevity Summit 2025, un mega forum diffuso della durata di 9 giorni che Milano ospita per la seconda volta, confermando la volontà dell’ente organizzatore, Brain Circle, dei co-organizzatori Fondazione SoLongevity e Fondazione Aeon, e di tutta la città, di farne un appuntamento annuale di livello globale. La data del 21 marzo non è una scelta casuale, perché la longevità, nelle intenzioni del summit, è la celebrazione della primavera della vita, non nel senso di giovinezza ma nel senso di potere generatore. Di benessere, innanzitutto, per tutti; di investimenti e nuovi mercati; di una nuova mentalità di autoconservazione.
L’apertura del summit all’Università Statale di Milano è stata affidata a uno dei due Premi Nobel presenti al forum, Shinya Yamanaka, Direttore Emerito e Professore presso il Center for iPS Cell Research and Application (CiRA) dell’Università di Kyoto e docente anche presso l’Università di San Francisco. È possibile vedere in streaming sul sito di Milan Longevity Summit 2025 la presentazione della sua ricerca, i cui risultati gli sono valsi, tra gli altri, il premio Nobel.
La scoperta di Shinya Yamanaka dell’Università di Kyoto
In sintesi, Shinya Yamanaka ha scoperto il modo di far regredire allo stadio embrionale le cellule umane, producendo da un soggetto adulto le cosiddette iPS, cellule staminali pluripotenti, che hanno la caratteristica di poter generare qualsiasi tessuto o organo umano e quindi colonna portante della medicina rigenerativa. Immaginate poter rigenerare una cornea danneggiata, come di fatto è successo in seguito a questa scoperta, o una parte di un cuore malato. Sapevamo già che le cellule staminali hanno questo potere, ma l’utilizzo di cellule embrionali scatena grandi riserve di tipo etico. Ecco che quindi la scoperta del Prof. Yamanaka supera il problema etico.
La scoperta del Prof. Yamanaka potrebbe potenzialmente aprire le porte a tecnologie di ringiovanimento molto vicine al santo graal dell’antiageing, ma il focus della sua ricerca è il trattamento di patologie gravi legate all’invecchiamento e, come si vede, anche la capacità di ridurre i costi per allargarne l’accessibilità. “Il rischio che la ricerca sulla longevità corre, e che il pubblico percepisce, è diventare un dominio per super ricchi che cercano la vita eterna”, il commento è del Prof. Alberto Beretta, Direttore Scientifico del Summit e di SoLongevity, prima clinica della longevità italiana.
“Una parte del mercato di fatto gode di investimenti stratosferici che provengono da miliardari californiani figli del boom delle tecnologie digitali che vogliono passare alla storia e bypassare la mortalità in un solo colpo. In realtà, non possiamo accettare che la ricerca e la sua capacità di catalizzare investimenti privati sull’hype della longevità accentui le disuguaglianze alimentando un approccio elitistico. Così rischiamo una fuga in avanti di alcune persone, mentre per tutte le altre longevità rischia di significare aumentare gli anni in cattive condizioni di salute. La longevità è un progresso solo se è per tutti. Quindi, da una parte continui pure la corsa all’eternità, dall’altra ci siamo noi e tanti come noi che intendono investire sulla prevenzione delle patologie legate all’invecchiamento attraverso innovative tecnologie di screening, stili di vita e integrazione nutrizionale”.
Cornettone: “Non basta una tecnologia promettente”
“Non basta individuare una tecnologia promettente – aggiunge Guido Cornettone, ceo di SoLongevity – “il livello di sofisticatezza delle tecnologie nel settore della longevità è tale che senza consulenti specializzati si tende a investire più sulle promesse, che sulla reale prospettiva di mercato. Ecco che quindi certa ricerca diventa un ambito esclusivo per pochi ricchi. I fondi, quelli più avveduti, si circondano di figure competenti e in grado di tradurre la promessa tecnologica in business, questo è il grande passo, che significa rendere l’innovazione il più possibile accessibile”.
I Premi Nobel presenti al Summit
La passerella dei Premi Nobel presenti al Summit include anche Venkatraman Ramakrishnan, Responsabile del Programma del MRC Laboratory of Molecular Biology di Cambridge; uno scienziato il cui lavoro di biologia molecolare ha implicazioni importantissime per la comprensione del meccanismo di funzionamento degli antibiotici, con l’obiettivo di arrivare a concepire e produrre antibiotici resistenti all’antibiotico resistenza. I due Premi Nobel sono anche stati invitati a una sessione esclusiva del summit in Vaticano, dove il tema dell’etica della ricerca sulla longevità non sarà certo ignorato.
—
Articolo tratto dal n° di aprile di We Wealth.
Abbonati subito qui per leggere ogni mese il tuo Magazine in formato cartaceo o digitale