Il tentativo di imporre la legge marziale da parte del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è durato appena sei ore, ma la perdita di fiducia che attornia adesso il Paese perno dell’Occidente in quel pezzo d’Oriente potrebbe essere più duratura – così come lo “sconto” sulle valutazioni azionarie del Paese. Per quanto riguarda le ripercussioni di mercato immediate, l’effetto della tentata svolta autoritaria si è visto soprattutto sullo won, la moneta nazionale, sceso ai minimi sul dollaro. Ad aver tamponato gli effetti immediati sull’indice azionario Kospi, uno dei più importanti nel panorama asiatico, sono stati i pronti annunci sull’intervento delle autorità pubbliche:
“Inietteremo liquidità illimitata in azioni, obbligazioni, mercato monetario a breve termine e mercato valutario fino a quando [i mercati] non saranno completamente normalizzati“, si legge in una nota del governo.
La banca centrale, da parte sua permetterà rifinanziamenti più facili per le banche a partire da mercoledì, promettendo accettare come collaterale di garanzia anche un ventaglio più allargato di obbligazioni. Infine, c’è un ombrello da oltre 7 miliardi di dollari (10mila miliardi di won) che l’autorità di vigilanza del Paese si dice pronto a destinare in un fondo di stabilizzazione del mercato azionario. Tutte mosse che cercano di limitare una speculazione al ribasso che potrebbe anche avere vita relativamente breve e aprire qualche interessante occasione di ingresso.
Mercoledì l’indice Kospi ha perso il 2%, portando in rosso anche alcuni nomi internazionali del listino come Samsung (-1,3%) ed LG (2,6%). Le azioni coreane hanno, in generale, una rilevanza importante in alcuni fondi emergenti e, soprattutto, su quelli a focus geografico sull’Asia. “C’è stata una reazione di breve sull’azionario e sulla valuta del paese, il won coreano, che si è indebolito sui mercati valutari. La coppia valutaria dollaro statunitense/won coreano aveva toccato un picco a 1443, massimo dall’ottobre 2022, appena dopo l’annuncio della legge marziale per poi tornare a 1415 dopo la decisione [di revoca] dell’Assemblea Nazionale”, scrive il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “non ci sono stati particolari movimenti, invece, per quanto concerne i titoli che hanno una forte esposizione nei confronti dei fornitori coreani (Samsung, SK Hynix e LG) come Nvidia, Apple, Microsoft e Google”.
Come interpretare questa fase in Corea del Sud
Sulle azioni coreane l’ovvio calo si è presentato “senza segnali di panico”, dichiara a We Wealth il market strategist di eToro, Gabriel Debach, “grazie agli interventi tempestivi della banca centrale e delle autorità politiche. È importante notare che il mercato azionario coreano era già sotto pressione a causa del contesto macroeconomico globale e degli effetti negativi inescati dal sell-off del 5 agosto scorso”, aggiunge Debach, “che aveva segnato una chiusura storica del -8,77%, la peggiore dal 2001”.
L’avvio di una procedura di messa in stato d’accusa per il presidente Yoon mette in dubbio la credibilità di un alleato storico in una regione strategica i cui dirimpettai rispondono ai nomi di Kim Jong-un e Xi Jinping. Secondo varie letture, questo peserà sullo “sconto coreano”, che rende le valutazioni azionarie particolarmente basse, ancora per un po’ di tempo. “Sebbene l’instabilità politica generi spesso volatilità e cautela tra gli investitori, la breve durata di questo evento potrebbe renderlo un episodio transitorio”, dice Debach, “alcuni potrebbero persino cogliere l’occasione per operazioni speculative a breve termine”.
Secondo Diodovich, “sembra che l’incertezza sulla leadership di Yoon possa trascinarsi per un po’ di tempo, almeno fino al voto sull’impeachment”, scenario che “dipenderà dal fatto che ci sarà una pacifica attesa fino al voto, altrimenti nel caso peggiore ovvero un’ulteriore escalation, i mercati potrebbero essere colpiti da un forte sentimento negativo (scenario che, tuttavia, consideriamo molto poco probabile)”.
Anche se spesso le valutazioni hanno una limitata efficacia operativa sulle chance di guadagno a breve termine, la “convenienza” dell’indice Kospi è nei numeri, con un rapporto prezzi / valore di libro a 12 mesi pari a 0,8, contro prezzi che sono a 3x per l’indice di riferimento globale, l’Msci World. Se lo won dovesse poi riprendere quota con l’allentamento delle tensioni, potrebbe aggiungersi anche un favorevole effetto cambio per chi volesse scommettere sul ritorno alla normalità della Corea del Sud.