- I più morbidi dati sull’inflazione insieme a vendite al dettaglio in crescita dell’1% hanno smorzato le attese su una sforbiciata da 50 punti base
- Cabana, Bank of America: “Non pensiamo che la Fed chiuderà la porta alla possibilità di effettuare tagli più consistenti se sarà necessario”
Giovedì si alzerà il sipario sul consueto simposio annuale di Jackson Hole, nella valle del Wyoming: tre giorni in cui economisti, accademici e banchieri centrali si riuniranno per confrontarsi sullo stato dell’economia mondiale, con un’attenzione particolare ai tassi di interesse. Gli occhi dei mercati sono puntati infatti sul discorso del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, in calendario venerdì, alla ricerca di indizi sulla tempistica dei tagli al costo del denaro dopo la recente bufera che ha travolto i mercati azionari.
Il debole rapporto sulle buste paga non agricole a stelle e strisce diffuso a inizio mese ha di fatto scatenato i timori di recessione negli Stati Uniti, inducendo gli investitori a scommettere su un’imminente sforbiciata ai tassi e innescando un crollo delle Borse mondiali. Poi, i più morbidi dati sull’inflazione insieme a vendite al dettaglio in crescita dell’1% a luglio – oltre le attese – hanno smorzato le previsioni su un taglio massiccio di 50 punti base a settembre, dissipando le preoccupazioni sullo stato di salute della maggiore economia globale.
Jackson Hole, sale l’attesa sulle parole di Powell
“La Fed, a nostro avviso, segnalerà probabilmente a Jackson Hole che un taglio è probabile nella prossima riunione, ammesso che i progressi dell’inflazione reggano”, sostiene Mark Cabana, head of US rates strategy di Bank of America intercettato da Financial Times. Ma l’entità della sforbiciata e il ritmo degli interventi futuri dipenderanno dai dati economici, aggiunge. “Non pensiamo quindi che la Fed chiuderà la porta alla possibilità di effettuare tagli più consistenti se sarà necessario, ma probabilmente non farà molto per segnalare che ciò avverrà”, afferma Cabana.
Tassi: taglio da 25 punti base a settembre?
“Il lieve ridimensionamento delle aspettative sui tagli della Fed entro fine anno non rappresenta al momento un problema, dato che l’importante è che la Fed a settembre avvii il ciclo di tagli”, scrivono gli strategist di Mps nella nota giornaliera di lunedì. Al momento l’ipotesi più probabile sembrerebbe ruotare intorno a un taglio da 25 punti base a settembre, dicono. Il discorso di Powell di venerdì 23 agosto sarà anticipato mercoledì 21 dalla pubblicazione dei verbali della riunione del Federal open market committee (il comitato monetario della banca centrale statunitense che si occupa di decisioni di politica monetaria a breve e lungo termine, ndr) di luglio, dalla revisione annuale del benchmark sui payrolls e dai dati Pmi.
“È opportuno tenere d’occhio la cittadina montana degli Stati Uniti, perché potrebbe riservare nuovi colpi di scena”, avverte invece il centro studi di Moneyfarm. “Ciò che appare certo è che Powell darà segnali rassicuranti a coloro che si aspettano un taglio dei tassi di interesse a settembre, il primo del Paese dal marzo 2020. Dopotutto, il mese scorso l’inflazione si è avvicinata all’obiettivo, scendendo al di sotto del 3%, e il mercato del lavoro ha mostrato modesti segnali di indebolimento, segnali positivi per il tipo di stimolo che tassi più bassi potrebbero portare”.