Gli investitori stanno avendo comportamenti diametralmente diversi. Nella crisi del 2008-2009 hanno avuto atteggiamenti quasi opposti a quelli che stanno portando avanti nel 2020
Ci sono differenze sostanziali nella crisi del 2008 e in quella del 2020. Ma c’è anche da dire che il mondo della finanza ha imparato molto dal passato
I consulenti soprattutto, in questo momento, si sono mossi con anticipo e hanno iniziato a fornire soluzioni e consiglio fin da fine febbraio
Gli investitori hanno reagito diversamente nella crisi del 2008-2009 rispetto a quella del 2020. La prima ha infatti danneggiato particolarmente i baby boomer e la generazione X. Il risparmio previdenziale, per la maggior parte dei baby boomer, è stato decimato. La generazione X era invece all’inizio della carriera lavorativa e non era preparata ad affrontare una recessione. I millennial erano invece ancora a scuola e sono stati colpiti più dal lato emotivo, vivendo le conseguenze di famigliari, amici e altri conoscenti che improvvisamente hanno perso il lavoro.
Nel 2008, come sottolinea
SpectremGroup, società di ricerca patrimoniale, gli investitori erano molto arrabbiati soprattutto con le banche e i consulenti perché li accusavano del crollo finanziario. Non solo non si fidavano dei fornitori finanziari, ma erano anche diffidenti nei confronti dei loro stessi consulenti. Si continuava a guardare al proprio portafoglio e agli investimenti ogni giorno. Per questo molti investitori hanno iniziato a sviluppare un interesse per la finanza, e ha chiedere di essere maggiormente coinvolti in ciò che accadeva sui loro conti. Nel 2009, il 69% degli investitori ha infatti dichiarato che gli piaceva essere coinvolti nella gestione quotidiana dei propri asset.
Nel 2020 solo il 44% degli investitori desidera essere coinvolto attivamente nella gestione quotidiana dei propri conti. E solo il 43% dichiara di “divertirsi” ad investire, non volendoci rinunciare. Ma perché c’è questa differenza? Cosa è cambiato in poco più di 10 anni?
Secondo l’analisi di SpectremGroup sono quattro le maggiori differenze:
1. Gli investitori non danno la colpa al settore finanziaria per l’attuale situazione: oggi gli investitori comprendono che le sfide economiche sono causate dal Covid-19. E capiscono anche meglio il motivo per cui il mercato è crollato, rispetto al 2008.
2. Negli ultimi anni i consulenti hanno cercato di rafforzare il rapporto con i clienti: la maggior parte dei consulenti ha ampliato i propri servizi negli ultimi 10 anni. Molte società hanno infatti iniziato a includere una pianificazione finanziaria e servizi più completi da affiancare alle loro offerte.
3. La maggior parte dei consulenti in questa crisi ha avuto un comportamento proattivo e il livello di soddisfazione è persino migliorato: secondo il report la maggior parte degli investitori pensa ancora bene dei propri consulenti, grazie ai consigli che hanno ricevuto a partire da fine febbraio
4. La maggior parte degli investitori ha già subito una recessione e quindi molti non vedono l’ora di riprendersi: la maggior parte degli investitori mantiene una posizione stabile e non cambia le sue strategia di investimento.
C’è infine da dire che il corna crash del 2020 e la crisi del 2008-2009 presentano un gran numero di differenze. Nel 2020 gli investitori sono preoccupati per la loro salute oltre che degli investimenti. La fine inoltre sembra essere molto più vicina rispetto a quello che è successo 10 anni fa.
Ci sono differenze sostanziali nella crisi del 2008 e in quella del 2020. Ma c’è anche da dire che il mondo della finanza ha imparato molto dal passatoI consulenti soprattutto, in questo momento, si sono mossi con anticipo e hanno iniziato a fornire soluzioni e consiglio fin da fine febbraio
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